Amici e parenti si sono uniti nelle operazioni di ricerca di Davide Calvia, il sub 38enne ancora disperso da mercoledì scorso, dopo il naufragio nel Golfo dell’Asinara.

Sabato mattina il gruppo di volontari ha perlustrato la costa in località Porchile, nel territorio di Sorso, il luogo dove giovedì in tarda serata è stato ritrovato Giovannino Pinna, ricoverato ancora in stato di ipotermia ma in netto miglioramento, presso il reparto di Medicina d’Urgenza dell’ospedale civile di Sassari.  

Sulla spiaggia, al nono pettine di Platamona, c’era pure Davide Sini, il proprietario del semi cabinato di sei metri scomparso dal punto di ormeggio della banchina di Porto Torres, situato in prossimità del luogo in cui è stato rinvenuto lo scooter utilizzato dai due sub sassaresi.

«Ho perlustrato il litorale in lungo e largo per cercare qualche pezzo della mia barca di cui ho denunciato il furto proprio giovedì mattina - ha spiegato – e solo quando avrò verificato che la muta indossata da Pinna era la stessa che avevo lasciato nella mia barca, sapremo qualcosa in più su questa vicenda».

I due sub non hanno imbarcazioni registrate a loro nome. Uno dei punti oscuri ancora da chiarire in una vicenda che per molti aspetti appare misteriosa.

«Nella mia barca vi erano tre mute, salvagenti, fumogeni e razzi, oltre ad altro materiale che poteva galleggiare e, quindi, è possibile che il mare possa in qualche modo restituirlo», aggiunge il diportista di Porto Torres. «Inoltre, all'interno del serbatoio c’era un litro e mezzo di benzina, troppo poco per arrivare lontani».

I due pescatori mercoledì sera avevano lanciato l'sos comunicando la posizione della barca che stava imbarcando acqua, tra Stintino e Pozzo San Nicola, in prossimità di Ezzi Mannu.

Durante la giornata sono proseguite le ricerche con i mezzi della Capitaneria di porto turritana, Vigili del fuoco, carabinieri di Porto Torres e Sorso, che hanno scandagliato l’intera zona costiera che da Porto Torres prosegue lungo Platamona e fino a Castelsardo. 

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