Non convince i medici italiani l’ipotesi che il governo Meloni possa non prorogare l’obbligo di mascherine all’interno di ospedali e Rsa, in scadenza oggi, 31 ottobre. “La preoccupazione”, ha detto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, “è che non essendoci più una regola nazionale, i cittadini rimangano disorientati, e si sentano in diritto di contestare o non rispettare le disposizioni adottate nelle singole strutture”, che potrebbero decidere di proseguire con l’imposizione. 

Sulla stessa linea l’infettivologo sardo Antonio Pintus, di Sassari, che contesta duramente la linea dell’esecutivo nazionale: “Non mettere la mascherina all’interno di un reparto ospedaliero”, sostiene, “significa esporre a rischio elevato di infezione le persone più fragili, gli anziani, i pazienti oncologici, immunodepressi o ematologici”. 

Il medico prosegue sottolineando che “in questi pazienti un’infezione che si sovrappone a situazioni di salute già di per se compromesse, può causare un’accelerazione verso situazioni gravi, fino alla morte”. 

Poi un giudizio più complessivo sulla linea governativa rispetto al Covid: “Noto che l’esecutivo della Meloni sta lavorando sulla negazione: verranno riammessi al lavoro medici no vax, che con il loro comportamento scellerato hanno causato la perdita di troppe vite umane. La scienza non è un’opinione, è un insieme di dati e certezze”.

Enrico Fresu

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