Non sarà più l’albero imponente di qualche giorno fa, un “monumento” verde ammirato ed entrato nel cuore di chi lo ha vissuto, mostrato per la sua bellezza e maestosità. Il fuoco dei giorni scorsi, nelle campagne di Stintino, ha distrutto anche l’olivastro secolare che emergeva nella zona di Pozzo San Nicola. Uno degli ultimi esemplari, purtroppo mai censiti tra le meraviglie millenarie della Nurra.

Gli incendi che si sono scatenati mercoledì scorso hanno ridotto in cenere buona parte della pianta che sorgeva nell’agro di Stintino, ed ora si cerca di capire se c’è speranza di salvare l’albero pluricentenario, ferito in buona parte delle radici. «È come vivere un lutto familiare, un grande dolore», commenta Marcello Zirulia, 68 anni di Porto Torres, operaio in pensione dell’ex Petrolchimico e proprietario del terreno adiacente dove è situato l’olivastro. «Un’amara scoperta per me che ho riservato per la campagna e la natura un posto privilegiato nel mio cuore. L’albero si trova all’interno del terreno di mia nipote, adiacente al mio, uno di quei luoghi dove portavo spesso gli amici per ammirare il maestoso albero secolare».

È vittima anch’esso della stupidità dell’uomo, del fuoco che, particolarmente in questa stagione, devasta campagne e terreni. Gli alberi secolari conservano un enorme valore sociale per le persone che esprimono dolore per lo scempio e sperano che la pianta abbia conservato apparati vitali e sviluppi resilienza.  

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