«Aspettiamo il Natale per lavorare e provano a derubarci». Così dice Barbara, che fa la parrucchiera con la madre, Franca Pinna, in un locale del quartiere di Li Punti a Sassari.

Ieri qualcuno ha scassinato la porta con l’obiettivo di portarsi via l’incasso che, per fortuna, le due avevano già ritirato. «Siamo amareggiate»,  riferiscono, «vedere la porta sfondata dopo tutti i sacrifici che facciamo».

Il salone è stato aperto nel 1981, uno dei primi a nascere nel rione quando ci abitava poca gente, mentre adesso  le presenze sono esplose. «Non è più un quartiere sicuro. Hanno derubato anche altri esercizi».

Il dispiacere nasce, più che dai pochi danni, dal tentativo di sottrarre quello che si era ricavato. «Abbiamo lavorato con ritmi impegnativi cercando di guadagnare e poi si subisce questo, in un periodo difficile dal punto di vista economico».

Gli episodi di microcriminalità non sono nuovi a Li Punti e, da poco, un’attività di ristorazione è andata a fuoco portando gli agenti della polizia di Stato a indagare su una potenziale dolosità: «Ci vorrebbero più forze dell’ordine qui. Noi intanto metteremo telecamere e inferriate». Resta però una ferita quanto accaduto: «È stato un gesto vile».

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