È stata una truffa. Lo afferma la Corte d’appello di Sassari che ha confermato la sentenza di primo grado nei confronti di un 51enne sassarese accusato di aver “sottratto” oltre 100mila km dal contachilometri di una automobile venduta nel 2017. Anno in cui la vittima rispose a un annuncio su subito.it in merito a una Volkswagen Passat, attratto dal rapporto qualità-prezzo.

L’uomo si presenta nell’autosalone e gli viene mostrata la macchina dal chilometraggio di 98mila km e versa 10500 euro convinto di aver fatto un affare. Ma dopo qualche tempo si rompe il sistema di aria condizionata e il neo-proprietario riceve informazioni sulla concessionaria che gli mettono la pulce nell’orecchio.

Controllando lo storico dell’auto scopre l’anomalia delle revisioni fatte sulla Volkswagen, due in pochi mesi, con la prima che riportava ben 118mila km in più. Glielo conferma il primo padrone della Passat che l’aveva venduta a un salone auto che l’aveva poi data per 6mila euro alla concessionaria gestita dall’imputato. Tra l’altro viene scoperto che tra il talloncino della precedente revisione, che registrava oltre 216mila km, e l’ultimo vi era perfetta sovrapposizione così da escludere che si leggesse a occhio nudo il chilometraggio originario. Dopo le indagini e il processo il 51enne viene condannato in primo grado a 8 mesi e 400 euro di multa e decide di presentare appello con l’avvocato Pierluigi Olivieri, sostenendo tra le altre cose che, pur essendo amministratore delle società coinvolte, non era a conoscenza della truffa a suo parere da addebitare a un’altra persona che lavorava alle vendite. Ma anche la Corte di Appello, presieduta da Salvatore Marinaro, a latere Carmela Rita Serra e Giovanni Delogu, rinnova la sentenza e condanna l’imputato alla stessa pena più alla rifusione delle spese nei confronti della parte civile, assistita dal legale Carlo Ermini.

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