Ragazzi per la rinascita di Sant’Orsola a Sassari. Venti giovani, dai 17 ai 22 anni, si sono riuniti in un’associazione, la scorsa estate, con l’obiettivo di restituire dignità e occasioni di socialità al quartiere.

«Lavoriamo nel sociale»,  riferisce Mario Cassano, presidente dell’Asd, a vent’anni il più giovane d’Italia, «e per cominciare abbiamo fondato una squadra, iscritta in terza categoria, che sta diventando l’opportunità di un punto di ritrovo per tutti. Attraverso il calcio riusciremo ad ascoltare le voci degli abitanti migliorando i lati negativi di Sant’Orsola». Che sono diversi, a cominciare da un certo stato d’incuria negli spazi verdi come, ad esempio, attorno al campetto in cui giocano i ragazzi.

«L’aspetto peggiore»,  spiega Francesco Scalas, un altro associato, «è l’abbandono. Mancano punti di ritrovo per bambini e anziani e tra l’assenza del Comune e il cattivo uso di alcuni abitanti delle varie aree si è arrivati all’attuale situazione».

Il quartiere offre poco, a parte le pizzerie, e nasconde qualche insidia. Dai roghi di autovetture al recente pestaggio in via Marginesu di un residente 65enne da parte di un ragazzo. «Ma si tratta di una persona che non abita qui da noi»,  continua Mario,  «e, sbagliando, sui media si è associato l’episodio ai giovani che vivono a Sant’Orsola. Noi abbiamo portato subito la nostra solidarietà al signore andandolo a trovare in ospedale».

Il percorso per ritrovare un’identità è lungo e il punto di partenza sembrerebbe proprio la squadra di calcio. «Stiamo coinvolgendo anche i bambini»,  afferma l’allenatore Giuseppe Caggiari, «abbiamo realizzato striscioni per chi ci segue. È gratis, aperto a tutti, e ci fa piacere che il nostro quartiere venga a vederci».

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