“L’opera può diventare un’opportunità di riqualificazione di un’area di grande valore per la città”. Così otto ricercatori dell’università di Sassari e del Consiglio nazionale delle ricerche giudicano, in una lettera aperta indirizzata al sindaco e ai consiglieri comunali, l’intervento previsto dal comune per mettere in sicurezza il Fosso della Noce. Un parere che tiene conto in particolare del canale in cemento, largo 7 metri e profondo 2,5, la cui realizzazione dovrebbe consentire il regolare scorrimento delle acque tra via Oriani e viale San Francesco e impedire eventuali esondazioni, il cui rischio è aumentato dalle “dighe” dei terrapieni dei viali Trento e Trieste.

“L’intervento appare sproporzionato - scrivono - rispetto alla effettiva dimensione del problema idraulico e decontestualizzato rispetto alla opportunità di valorizzare l’area dal punto di vista paesaggistico”. Considerando poi, riferiscono, anche la sovrastima della portata di piena e la sottostima della permeabilità del suolo, l'opera rappresenterebbe “solo un costo per la collettività”, così continuano gli studiosi riferendosi alle proiezioni dello studio di fattibilità che, oltretutto, non prevede gli “interventi onerosi e frequenti” per la manutenzione dell’opera.

Fin qui le presunte falle, a cui segue l’indicazione di strade alternative attraverso lo strumento delle Nature based solutions, strumenti che privilegiano tecniche di ingegneria naturalistica. Gli otto chiedono infine un incontro con l'amministrazione comunale “al solo scopo di contribuire a migliorare l’efficacia dell’intervento”.

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