«Tu non fare l’infame». Così si intimidiscono i residenti del centro storico di Sassari, tra minacce ai bambini, scippi e ritorsioni. Ieri all’alba il primo avvertimento: quattro gomme squarciate all'auto di un abitante. «Adesso cominciano con i dispetti - parla, a patto dell’anonimato, chi vive in zona - Se la prendono con noi per le telecamere messe dalla polizia». Martedì il raid degli agenti della questura tra San Donato e vie limitrofe, con 14 arresti (solo a Sassari) per altrettanti nigeriani accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, spaccio di stupefacenti, tratta di esseri umani, riciclaggio, solo per citare i reati più evidenti. «Sembrava di stare in guerra - riferisce una persona - Abbiamo visto però che ne sono scappati tanti prima che arrivassero le forze dell’ordine». Ora sembra tornata la calma. «Ma continuano a spacciare, senza problemi».

E a proposito di compravendite di stupefacenti ecco il racconto di cosa è accaduto in questi anni. «Cominciano la mattina presto. Vediamo minori con le cartelle della scuola che comprano le “buste” di coca o eroina». Il traffico va avanti ma il viavai è dei tossicodipendenti, alcuni ridotti al lumicino. «Non sentiamo altro che “Mi dai la busta bianca, mi dai la busta nera”, tutto il tempo». Bianca sta per coca, nera per l’ero. «Piangono, implorano se non hanno i soldi. A una ragazza mancavano 5 euro l’altro giorno e l’hanno massacrata di botte perché insisteva».

L’aggressione è la nota dominante, esiste però un rimedio al non avere risorse e non è meno degradante: «Fanno sesso o nelle abitazioni o per strada. Si prostituiscono per pochi euro». Se ci si ribella a questa situazione lo si fa a proprio rischio e pericolo. «Quando gli diciamo di smetterla, che chiamiamo le forze dell’ordine, ci rispondono: "Non ci fa paura polizia”».

Come ha ricordato poi martedì in conferenza stampa il dirigente della squadra mobile di Sassari, Michele Mecca, a un uomo che aveva osato lamentarsi è stato bruciato il portone. «Mandano i tossici a fare queste cose - continuano i residenti - in cambio della dose. I nigeriani invece girano per le strade con la pistola che sporge dai calzoni».

I tossicodipendenti compiono poi furti a ripetizione, rubando i cellulari agli anziani e le loro borse, spaccando i vetri delle auto per sottrarre un gioco per i più piccoli da rivendere a pochi euro. «A un bambino- racconta una persona in là con gli anni- hanno preso gli euro guadagnati vendendo i ramoscelli d’ulivo per Pasqua, minacciando di picchiarlo».

Al degrado si accompagna lo sberleffo. Nel pomeriggio seguito al blitz, «un paio di tossici- si racconta- si sono calati i pantaloni mostrando il sedere alle telecamere». Ma c’è poco da ridere perché i residenti vivono nel terrore e ci sono anche bambini piccoli spaventati da quello che li circonda. «Abbiamo paura - denunciano alcuni - e per giunta il Comune continua a multarci per i posteggi delle auto. Ma non possiamo mettere la macchina lontano e rischiare che ci facciano del male».

Infine la preghiera alle istituzioni: «Aiutateci. Sembra che si aspetti il morto. E non vogliamo che sia uno di noi».

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