La maggioranza del consiglio comunale di Sassari vota a favore della proposta di legge della Regione sul suicidio medicalmente assistito.

La discussione, durata oltre tre ore, è partita stasera a Palazzo Ducale dai due ordini del giorno, di segno opposto, della 5stelle Chiara Musio, a favore dell’iniziativa della Ras, e di Alessandro Ponti, esponente di “Azione con Calenda”, invece contrario.

L’odg della prima ha fatto riferimento all’iniziativa regionale in corso, e su cui sta discutendo la Commissione Sanità, che punta a disciplinare il suicidio assistito in Sardegna, come riferisce l’ordine del giorno, «stabilendo procedure chiare e tempi definiti per l’accesso a questa pratica, affinché l'aiuto al suicidio non costituisca reato, in conformità con la sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019». Questa ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art 580 del codice penale nella parte in cui non si esclude la punibilità di chi agevola il proposito di suicidio, riferisce la Corte, «autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del Servizio Sanitario Nazionale, previo parere del Comitato Etico territorialmente competente».

Ponti invece si dichiara contrario, e con lui tutta la minoranza consiliare, a eccezione di Mariano Brianda, e propone di potenziare le cure palliative e l’assistenza domiciliare «come strumenti fondamentali per accompagnare la persona nel fine vita con umanità e rispetto».

Diverse le vedute sul tema da parte dei consiglieri che, nella discussione, a sostegno delle proprie tesi hanno portato esperienze personali, convinzioni religiosi e politiche. Per il sindaco Giuseppe Mascia «si vuole attingere dalla sentenza costituzionale e su temi già codificati».

Nulla di nuovo quindi mentre Antonello Sassu, della minoranza consiliare, si dice «preoccupato che su un argomento detti legge la Corte Costituzionale e non i parlamenti». Idem per Roberto Cadeddu di Fratelli d’Italia, contrario alla proposta della Regione. Ma alla fine la votazione vede la maggioranza votare compatta a favore dell’odg di Chiara Musio con l’aggiunta di Mariano Brianda.

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