Torna in libertà l'ex vicepresidente della Giunta regionale, Sebastiano Sannitu. Il presidente del Tribunale del Riesame di Sassari, Silvio Lampus, ieri ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Sannitu, accusato assieme ad altre due persone, di minacce aggravate, detenzione abusiva di munizioni e materia esplodente, tentata estorsione e turbativa d'asta.

LE ACCUSE - Sebastiano Sannitu era stato coinvolto in una complessa indagine dei Carabinieri di Sassari, partita dalla denuncia dell'avvocato Alessandro Gosmino.

Il legale sassarese aveva segnalato ai militari di essere stato vittima di minacce e intimidazioni da parte sia di Sannitu che degli altri due indagati, Antonio Stefano Canu e Luca Tamponi, che ,stando alla ricostruzione fatta dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu, avrebbero intimato a Gosmino di cedere un terreno agricolo (dapprima di proprietà di Canu che poi lo aveva perso a causa di alcuni debiti) acquistato durante un'asta giudiziaria al tribunale di Tempio.

IN LIBERTÀ - A distanza di poche settimane dall'ordine degli arresti domiciliari, Sannitu torna però libero. Prima di lui, durante la seduta davanti al giudice per le indagini preliminari, anche Luca Tamponi, avvocato del foto di Tempio, aveva visto alleggerirsi la propria posizione, grazie alle prove e ai documenti presentati al giudice.

Ed è sempre grazie al notevole numero di documenti dettagliati che ieri è arrivata la decisione del Riesame di mettere in libertà l'ex vicepresidente della Regione. Per oltre due ore e mezza l'avvocato Nino Cuccureddu ha sostenuto l'estraneità ai fatti di Sannitu, smontando le ricostruzioni e le indagini svolte dai Carabinieri e dal pubblico ministero Porcheddu.

Sannitu ha parlato in aula, ma ha preferito poi non rilasciare ulteriori dichiarazioni perché fortemente scosso dalla vicenda che lo ha visto coinvolto. Si è trincerato dietro un no comment: parlerà nei prossimi giorni.
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