Un pezzo di storia, di memoria collettiva, di uomini che hanno combattuto, con valore, conoscendo i pericoli, i confini oltre i quali hanno osato per difendere la Patria. I nomi dei 19 militari turritani della Marina Militare caduti nelle due guerre mondiali, si trovano incisi sulla lapide che, questa mattina, è stata inaugurata nell’atrio della Capitaneria di Porto Torres, davanti alle autorità civili, militari e religiose.

Una cerimonia di svelatura e benedizione per una scultura commemorativa che conserva i valori di chi ha sacrificato la propria vita, un omaggio voluto dall’associazione nazionale Combattenti e Reduci di Porto Torres, presieduta da Moreno Nocco, presente insieme al comandante della Capitaneria, il capitano di fregata Giuseppe Cannarile, alla prefetta di Sassari, Grazia La Fauci, al sindaco Massimo Mulas e ai maggiori rappresentanti militari. Hanno partecipato anche le associazioni d’arma e combattentistiche, insieme ai familiari dei caduti.

Il più giovane aveva 20 anni, il più anziano 46, di questi 14 sono risultati dispersi in mare, due deceduti nei campi di concentramento e tre morti a seguito di mlattia contratta in guerra.

A tre di loro fu conferita la croce di guerra al valore militare, ad altri tre la croce al merito di guerra. «Realizzando questa lapide abbiamo voluto tenere fede a quelli che sono i punti cardine del nostro statuto: la perpetuazione della memoria dei caduti in guerra e il culto della Patria», ha sottolineato nel suo discorso pubblico, Moreno Nocco. In elenco Giovanni Tedde, Gavino Cozzolino, Ugo Cuneo, Giuseppe Rundello, Giovanni Solinas, Flavio Atzeni, Costantino Nocco, Gavino Bonomo, Gennaro Troia, Pietro Pilo, Settimio Pittalis, e ancora Gerolamo Francesconi, Mario Mura, Giuseppe Castello, Italo Naitana, Giuseppe Bancalà, Andrea Muroni, Giovanni Accardo e Livio Sardara. «Ognuno di questi nomi – aggiunge Nocco – racconta un frammento della nostra storia collettiva, sia della città di Porto Torres e sia dell’Italia, un valore da salvaguardare e tramandare».

Il primo caduto fu Giovanni Tedde, marinaio che morì nel bombardamento di di Tobruch nel settembre del 1940. Giuseppe Cannarile ha voluto ricordare il capitano di Corvetta, Luigi Rizzo che, nella notte tra il 9 e il 10 giugno del 1918, guidò una delle più famose imprese militari della storia d’Italia.

«Insieme agli equipaggi di due Mas, silurò e affondò la Corazzata austriaca “Santo Stefano” sferrando un duro colpo alla flotta nemica. L'azione stroncò sul nascere una pericolosa incursione che, il grosso della flotta austriaca, si predisponeva a compiere contro lo sbarramento antisommergibili organizzato dagli alleati nel Canale d'Otranto, per precludere l'accesso all'Adriatico ai sommergibili tedeschi». Nel 1939 venne scelto proprio il 10 giugno per festeggiare la Marina Militare e i suoi eroi.  Infine il ricordo del nonno che fin da piccolo coltivò la passione per la lettura e la scrittura in un momento storico in cui il tasso di analfabetismo in Italia era molto alto.

«Pur di umili origini e quasi interamente da autodidatta a messo a disposizione dei suoi compagni d’arme, nel tempo libero, la sua dimestichezza con la scrittura offrendosi di trascrivere i pensieri, i messaggi i sentimenti dei commilitoni nelle lettere rivolte alla famiglia, alle persone amate e agli affetti più cari», racconta Cannarile. «Devo a lui la passione e l’onore per le stellette che indosso». L’opera dedicata ai caduti è stata realizzata gratuitamente dal laboratorio di Antonio Nazzani

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