Ammontano a 288mila euro le risorse destinate alle famiglie nomadi del Comune di Porto Torres, che ospita 10 nuclei per un totale di 72 persone.

Del totale, 200mila sono già "programmati nella delibera 39/22 del 31 luglio scorso - spiegano dalla Regione - gli ulteriori 88mila euro saranno assegnati non appena disponibili le risorse del Fondo nazionale per le Politiche sociali del 2018".

Si tratta dei progetti di inclusione sociale ed abitativa delle famiglie di etnia rom residenti nel campo di Ponti Pizzinnu, nella periferia della città divenuto, invivibile per le condizioni igienico-sanitarie precarie.

I fondi destinati a sette amministrazioni comunali sono stati ripartiti dalla Regione su proposta dell'assessore alle Politiche sociali, Luigi Arru, con l'obiettivo di favorire l'integrazione sociale delle popolazioni nomadi ed eliminare situazioni di degrado divenute insostenibili.

"È una buona notizia - commenta l'assessore alle Politiche sociali di Porto Torres, Rosella Nuvoli - perché è stata accolta la richiesta che abbiamo inviato alla Regione. In questo modo potrebbe prospettarsi la chiusura definitiva del campo rom di Ponti Pizzinnu, obiettivo dell'amministrazione comunale".

Per renderli autonomi, infatti, Il Comune ha pensato ai bonus abitativi per favorire l'insediamento in luoghi o stabili che i rom stessi dovranno individuare.

"Ci siamo attivati nel proporre un progettazione di tipo individuale, il cosiddetto voucher abitativo - spiega l'assessore - che sfruttando le risorse regionali consente ad ogni singolo Rom di preoccuparsi di trovare una soluzione abitativa congrua, comunicarci le loro intenzioni e le loro idee certificate con atti ufficiali, come l'individuazione di un terreno o di uno stabile da ristrutturare o da prendere in affitto dove sistemarsi, e il Comune dovrà soltanto stipulare un patto con i Rom in modo da emanciparli dal campo".

Un luogo sul quale vige un'ordinanza sindacale di sgombero a seguito delle gravi criticità igienico-ambientali rilevate durante l'ultimo sopralluogo dei carabinieri e riscontrate anche dall'Ufficio igiene di Sassari prima del periodo estivo.

Criticità inserite all'interno di un dossier consegnato al primo cittadino per intervenire quanto prima alla rimozione dei rifiuti o in alternativa alla chiusura della stessa area dove vivono sei famiglie.

Mariangela Pala
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