Il bilancio di previsione 2020-2022 a Porto Torres passa con 8 voti favorevoli della maggioranza e 6 contrari della minoranza. Una manovra da 33 milioni e 377mila euro per il 2020 e di circa 28 milioni di euro ciascuna per gli anni 2021 e 2022.

Un voto espresso dopo l'illustrazione del documento unico di programmazione con la sezione strategica 2020 e quella operativa del triennale 2020-2022, passato con l'ok della sola maggioranza. "L'approvazione entro il 31 dicembre 2019 consente al nostro Comune di essere considerato virtuoso e di conseguenza di non applicare i limiti di spesa imposti dal decreto 50/2017 - spiega l'assessore al Bilancio, Domenico Vargiu - e in particolar modo diventa rilevante la premialità in termini di incentivi ai dipendenti comunali, ossia se entro il 30 aprile viene approvato il Rendiconto, vi è la possibilità di avere maggiori accertamenti relativi all'Imu e alla Tari e di ridistribuirli nella misura massima del 5 per cento a favore di integrazioni salariali per il personale dipendente".

Altri vantaggi derivanti dalla presentazione nei tempi regolari del bilancio, consistono nella non applicazione sulle riduzioni di spesa per studi e incarichi di consulenza, nelle sponsorizzazioni, e nei convegni e relazioni pubbliche. Il documento era passato in commissione Bilancio presieduta da Carlo Marongiu in cui si erano analizzate le spese più rilevanti. "All'interno del bilancio le voci più importanti si riassumono nelle spese di gestione pari a 22 milioni e 911mila euro per il 2020, di cui 6 milioni e 399mila euro di personale, acquisti di beni e servizi 10 milioni e 800mila euro di cui 4 milioni di nettezza urbana - aggiunge Vargiu - 96mila euro per le spese delle comunali 2020, e 3 milioni e 800mila di trasferimenti correnti ricevuti da Ras destinate alle leggi di settore e servizi sociali".

L'autonomia finanziaria dell'ente per quanto riguarda le entrate oscilla intorno al 56 per cento; le entrate tributarie equivalgono al 49 per cento. Le voci più consistenti sono quelle dell'Imu con due milioni 805mila euro, Irpef con 1 milione 170mila euro e Tari con 3 milioni 946mila euro. Il contributo di sbarco, attivo per l'isola dell'Asinara, per il 2019 ha fatto registrare incassi per 211mila euro, mentre i proventi da multe e sanzioni al codice della strada ammontano a 468mila euro.

La coerenza interna e l'attendibilità contabile del bilancio è stata rilevata dallo stesso organo dei Revisori dei conti. Sul documentano finanziario arrivano le critiche dei consiglieri che hanno votato contro. "Lacunoso e deludente il documento approvato che dimostra un'amministrazione di 4 anni di amministrazione basata sul nulla - commenta il consigliere comunale Massimo Cossu - in tutto questo tempo avete solo contribuito ad isolare la comunità da tutti gli altri Comuni dell'area vasta e dagli altri enti".

Per il consigliere comunale Davide Tellini "il bilancio di previsione, approvato dalla sola maggioranza, non risponde in alcun modo alle grandi questioni sociali e alle nuove povertà prodotte da una crisi economica che non accenna a rallentare nel nostro territorio. Nessun intervento di rilievo, anche perché quel poco che è stata programmato da questa amministrazione, non ultimo ad esempio, la realizzazione della scalinata adiacente alla chiesa dello Spirito Santo, non ha visto ancora il semaforo verde. Poche ad esempio le risorse per la programmazione per nuove seppur temporanee assunzioni di personale per alleggerire il lavoro degli uffici, praticamente inesistenti le politiche dedicate al lavoro, se non quelle ricevute dalla Regione".

Secondo il vicesindaco Marcello Zirulia "in questi quattro anni e mezzo di amministrazione abbiamo raggiunto molti obiettivi - ha detto durante l'esposizione del Dup - con la consapevolezza però che molte risorse erano vincolate e non è stato possibile utilizzarle per quelli che erano i punti programmatici del nostro mandato. Crediamo però di aver ridato dignità alla città affrontando questioni magari poco interessanti per l'opinione pubblica, ma di fondamentali importanza per l'equilibrio delle casse comunali e la visione di città dei prossimi dieci anni. Tra queste annose e spinose pratiche ricordo quella derivante dall'entrata in Atp nel 2006 per la quale il Comune aveva impegnato allora un edificio non di sua proprietà ma acquisito grazie a una complessa procedura solo lo scorso anno, o ancora il contenzioso per aver costruito, tra gli anni 2002 e 2007, la stazione marittima e i parcheggi su terreni di proprietà di Rfi, che in tempi recenti ha chiesto al Comune 2,4 milioni di euro. Avremmo utilizzato quindi il tempo produttivo degli uffici e i soldi per rifare le strade o intraprendere grandi lavori di manutenzione, ma stiamo risolvendo invece situazioni ormai incancrenite, evitando di fare un euro di debiti".
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