Dopo tanti anni di degrado il Ponte Romano ritornerà a splendere e a testimoniare le origini della città di Porto Torres.

Per il consolidamento e il restauro del monumento di età Augustea, il ministero dei Beni Culturali ha reso disponibili 3milioni e 350mila euro e prima dell'estate partiranno i primi lavori per la rimozione dell'asfalto nella parte alta del ponte, struttura lunga 135 metri che collegava la città con l'entroterra e con le miniere della Nurra.

La pavimentazione originale nel Novecento era stata ricoperta con dell'asfalto, per consentire il traffico dei mezzi anche pesanti fino agli anni Sessanta.

Il Ponte Romano che cavalca il fiume Rio Mannu verrà sottoposto ad interventi di restauro con le stuccature fra i vari blocchi e la ripresa dei parapetti per riportarli alla quota originale. Ma soprattutto verrà rimosso da Abbanoa il tubo in eternit che attraversa tutto il collegamento, condotta idrica che alimenta le case ma intralcia il restauro del parapetto del lato sud.

"Il nostro ponte trova i confini più precisi con quello di Ariminium a Rimini di età tiberiana 14-37 d. C. - spiega Gabriella Gasperetti, responsabile locale della Soprintendenza - un gioiello sul quale stanno lavorando gli uffici del Mibact, Segretariato e Soprintendenza per completare lo scavo e il restauro".

L'auspicio della Soprintendenza è che possano partire presto anche i lavori del Pit fluviale per intervenire a monte e a valle del fiume e sulle sponde.
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