Il gup Giovanni Paolo Piana, al termine dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Sassari, ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti dei tre dirigenti ex Syndial, accusati di disastro ambientale e gestione di discarica abusiva di rifiuti pericolosi, denominata “Palte Fosfatiche”, un sito compromesso dell’area industriale di Porto Torres.

La decisione per ragioni di prescrizione del secondo capo di imputazione, l’unico rimasto in piedi, in cui si stabiliva che con il comportamento omissivo degli atti diretti al diffondersi dell’inquinamento, gli imputati avrebbero commesso un fatto diretto a causare un disastro ambientale, da cui derivava pericolo per la pubblica incolumità. Il giudice Piana ha accolto la richiesta di non luogo a procedere presentata dagli avvocati della difesa: Piero Arru, Maurizio Bazzoli, legale di parte civile di Syndial, Fulvio Simoni e Riccardo Olivo. Respinta, dunque, l’istanza avanzata dal pm, Enrica Angioni, che insisteva sulla richiesta di rinvio a giudizio degli ex manager Eni-Syndial: Gianluca D'Aquila, Luigi Volpe e Francesco Misuraca, i quali avrebbero realizzato e gestito nella zona industriale, dal 2011 al giugno 2015, una discarica non autorizzata di rifiuti speciali pericolosi, scarti da fosforo e scorie forforose.

Il gup non ha accolto neppure la richiesta avanzata dalle parti civili, rappresentate dai legali Gian Domenico Tenaglia, per il Ministero dell’Ambiente, e da Fabrizio Bionda per il Comune di Porto Torres.

Il 30 giugno 2015 nell’ex stabilimento Petrolchimico Syndial di Porto Torres, i carabinieri del Noe avevano scoperto un’area di circa quattro ettari dove sono stoccate le palte fosfatiche e dove vi era una concentrazione di radionuclidi naturali superiore al fondo naturale per quanto riguarda l’Uranio 238 e 235 e il Torio 232.

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