Prosegue l’iter del Pit fluviale, il progetto di trasformazione di una delle aree di sviluppo del territorio comunale di Porto Torres, denominato “Opere di difesa idraulica dalle inondazioni del Rio Mannu” da 6,5 milioni di euro. Una procedura molto complessa se si pensa che è stato avviato nel 2010 e che solo negli ultimi anni è finalmente entrato nelle fasi operative con i primi sondaggi archeologici.

Per consentire l’intervento di riconfigurazione ambientale e la rinaturalizzazione del fiume che scorre sotto il Ponte Romano, il Comune ha avviato il procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità. Il progetto mira a ridisegnare e mettere in sicurezza le sponde del fiume, contribuendo alla valorizzazione della più imponente opera architettonica dell’epoca romana in Sardegna, il Ponte Romano. Infatti nel progetto è previsto un sensibile abbassamento della quota sulla sponda orientale, finalizzato a consentire il deflusso delle acque in piena a lato del fiume e dello stesso ponte.

Architetti e ingegneri idraulici dei nostri tempi hanno messo a punto un progetto che, a quanto emerge dagli scavi, tende a ripristinare la sistemazione dell’area messa a punto dai Romani già all’atto della costruzione del ponte. I ritrovamenti finora effettuati rivestono grande importanza e sono meritevoli di più approfondita indagine non solo sotto il profilo archeologico. Infatti il ripristino dei livelli definiti in epoca romana sembra la chiave per la risoluzione delle problematiche idrogeologiche che affliggono l’area e guiderà la progettazione della rimodulazione delle sponde fluviali nelle fasi esecutive.

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