Porto Torres, la crisi nei quartieri popolari. Psd’Az: «A bando i locali pubblici»
I sardisti descrivono una situazione «drammatica» e chiedono interventi immediati al ComunePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non ci sono sconti per i commercianti. Si svuota non solo il centro di Porto Torres, ma l’onda lunga del Covid, unita al rincaro di bollette e materie prime, ha messo in ginocchio soprattutto le attività dei quartieri popolari. La lenta moria impoverisce il tessuto economico, in particolare in quelle zone periferiche della città che vivono, già di per sé, in uno stato di “dimenticatoio amministrativo”, spesso abbandonate sotto il profilo del decoro urbano e della animazione sociale.
Il Partito sardo d’azione non usa mezzi termini nel descrivere l'attuale situazione «drammatica» dove il decisore politico non può fare finta di niente. «Una delle strade individuate per contribuire alla nascita di nuove aziende e alla creazione di nuova occupazione, è la concessione in locazione a canone agevolato di locali ad uso commerciale, artigianale o dei servizi». Il Psd’Az e il suo segretario cittadino, Adriano Solinas, ritiengono che debbano essere messe in campo tutte le azioni possibili per agevolare la nascita di nuove botteghe nei quartieri popolari. «Perché esse sono un imprescindibile presidio di sicurezza, legalità e servizio nel territorio nel quale operano, garantendo sempre la vita sociale stessa del quartiere».
E' per questo motivo fondamentale che gli Enti pubblici preposti, proprietari dei numerosi locali commerciali e artigianali presenti all'interno dei quartieri popolari del Villaggio Satellite, Villaggio verde, Borgona, «proseguano in maniera spedita e certa all'aggiudicazione degli stessi, attraverso bandi pubblici, a chi ne faccia richiesta o ne abbia i requisiti. Pertanto il partito dei Quattro Mori invita l'assessore competente all'Edilizia pubblica e l'assessore al Commercio e attività produttive a convocare ad un tavolo di lavoro i responsabili degli Enti coinvolti, proprietari o ad altro titolo gestori dei numerosi locali pubblici sfitti ubicati nei quartieri popolari cittadini, le associazioni di categoria interessate quali Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, la Cna, «per un censimento preciso degli stessi e per valutare in tempi brevissimi un percorso amministrativo comune che sfoci nella pubblicazione dei bandi per l'assegnazione dei locali a canone agevolato ai nuovi imprenditori che ne faranno richiesta e risulteranno aggiudicatari».
Il risultato sarebbe anche quello di preservare il patrimonio pubblico «che in questa maniera verrà ristrutturato da parte del privato per essere adibito alle nuove intraprese economiche o professionali». Inoltre mettere a reddito il patrimonio edilizio pubblico «significa produrre un evidente vantaggio per le casse dell'Ente, che potrebbe reinvestire questi introiti nella manutenzione degli edifici abitativi di edilizia popolare presenti nei suddetti quartieri».