«C’è uno scollamento netto tra maggioranza e opposizione in termini di condivisione dei grandi progetti, opere incompiute che attendono da anni di poter essere concluse, e la squadra di lavoro che sostiene il sindaco Massimo Mulas, fatta eccezione per alcuni, non è all’altezza del ruolo». Ritorna all’attacco il gruppo consiliare sardista al Comune di Porto Torres, rappresentato dai consiglieri comunali, Bastianino Spanu e Alessandro Pantaleo, insieme al segretario cittadino Psd’Az, Adriano Solinas.

I pochi cantieri aperti e la mancanza di decoro rappresentano gli assist per tornare a gamba tesa sulla questione delle opere pubbliche, rimaste a metà ormai da dieci anni.

«Non parliamo soltanto dell’Antemurale di ponente, del terminal crociere e del mercato ittico, opere non direttamente imputabili all’amministrazione comunale, seppure potrebbero arrivare a definizione» sottolinea il gruppo Psd’Az «piuttosto ci riferiamo al Pit fluviale, partito più di dieci anni fa, l’Auditorium, il Centro velico della Renaredda, ancora recintato con limiti di accesso alla spiaggia, l’ex Bocciodromo sul quale non si conosce la futura destinazione, l’ex Ostello della Gioventù di cui non si capisce che cosa manchi per arrivare a definire un contratto con la Regione per inserirlo nel patrimonio comunale». Nella lista nera anche la pavimentazione dei marciapiedi sul lungomare, la messa in sicurezza della pista ciclabile, il recupero urbano della boccia di l’Eba, «l’inutile piazza di via dell’Asfodelo, sulla quale poteva essere recuperato il progetto della ex giunta Mura».  

A due anni di amministrazione, nei lavori pubblici «non gira neppure la rotatoria di via dell’Erica delimitata da new jersey e il manto del campo comunale di piazza Cagliari, 80 mila euro dai fondi di bilancio investiti e sprecati». Una lista di incompiute in cui compare anche lo spazio espositivo sotto la gradinata della stazione marittima, le strade di iniziativa pubblica dissestate, opere di urbanizzazione primaria. «Due anni di niente, in cui si è fatto solo l’ordinario, senza mai chiedere un confronto con la minoranza sui fondi Pnrr», rimarcano Spanu, Pantaleo e Solinas. 

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