«Anche oggi speriamo si rinnovi il prodigio della Pentecoste per ciascuno di noi, con lo Spirito Santo che apre le porte del nostro cuore e della vita. La prima porta è quella di Dio che si è lasciato ferire, che ha dato la sua vita ed ha aperto la porta del cuore ad ognuno di noi, come hanno fatto i Santi Martiri Turritani, Gavino, Proto e Gianuario». Parole di don Andrea Stara, parroco della chiesa dello Spirito Santo che ha concelebrato la messa eucaristica con i sacerdoti della diocesi. Presso l’area verde di Balai, la tradizionale cerimonia religiosa in onore dei Martiri davanti alle autorità civili e militari.

Un momento di riflessione prima della imponente processione che accompagna i simulacri lignei dei tre santi fino alla basilica di San Gavino, luogo in cui riposano le loro tombe. Dal 3 maggio hanno sostato nella piccola chiesa di Balai vicino, luogo originario della loro sepoltura, poi meta di pellegrinaggio per circa un mese e, nel giorno della Pentecoste, scenario della rievocazione storica del Sogno di Comita a cura dell’associazione Giudicato di Torres. Una folla di fedeli ha accompagnato la lunga processione, con i corpi santi portati in spalla, seguiti dai comitati di bandiera, i gruppi Etnos e Intragnas, la banda musicale, i sacerdoti e il sindaco Massimo Mulas, oltre alle autorità. Hanno attraversato il lungomare, hanno raggiunto il centro cittadino prima di arrivare nella basilica romanica.

Domani, il lunedì della Pentecoste, è la Festha Manna, la festa popolare in onore dei santi patroni, della città, della provincia, dell'arcidiocesi. Attorno al capitolo turritano e ai sacerdoti, nella basilica di San Gavino, si uniscono le autorità della città, della provincia e del territorio insieme a numerosi fedeli della diocesi per assistere al Pontificale, con la messa presieduta dal cardinale Arrigo Miglio. Segue il tradizionale scambio delle chiavi tra le municipalità di Sassari e Porto Torres. Subito dopo, per antica tradizione,tutti i fedeli si riuniscono in processione per raggiungere il porto e ricevere la benedizione eucaristica impartita dal cardinale che conclude le celebrazioni religiose. 

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