«Sarebbe importante avere dalla società Eni un resoconto per vedere l’attuale stato di avanzamento del progetto di bonifica Nuraghe, per sapere se tutto procede come previsto e se verrà rispettato il cronoprogramma che prevede il completamento delle bonifiche entro il 2024, considerando che la piattaforma di trattamento rifiuti non sia in grado di trattare una quota significativa dei terreni contaminati».

Così Giuseppe Alesso, presidente del Comitato ambientalista “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara”, che interviene per chiedere lo stato dell’arte del piano di risanamento attuato da Eni Rewind, la società incaricata delle bonifiche nelle aree industriali di Porto Torres inserite nel sito di interesse nazionale.

La piattaforma polifunzionale, completata e messa in esercizio nel dicembre 2021, che copre una superficie di 74mila metri quadrati e che è dotata di tutte le tipologie impiantistiche per la decontaminazione dei terreni, è in grado di trattare a regime fino a un massimo giornaliero di circa mille metri cubi di terreni scavati.

Le acque utilizzate nei processi di bonifica vengono sottoposte a trattamento in un apposito impianto dedicato e ubicato all’interno della piattaforma.

«Dal sito sappiamo che Eni Rewind ha speso per le attività di bonifica suoli e falda e di decommissioning circa 475 milioni di euro - aggiunge Alesso – ma quello che ci chiediamo e se questa spesa sarà sufficiente per risanare tutti terreni. Le bonifiche, che sono state spesso confuse come una sorta di compensazione per il territorio, sono un obbligo e almeno teoricamente dovrebbero puntare ad un completo ripristino ambientale». 

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