«C’è forte preoccupazione nella comunità turritana sui crolli che si stanno verificando nelle fabbriche dismesse della zona industriale di Porto Torres, pertanto chiedo all’amministrazione comunale di attivarsi, presso gli enti preposti, per valutare un’analisi del rischio amianto».

Il capogruppo sardista Bastianino Spanu solleva in aula consiliare il problema dei vecchi impianti dismessi, giganti fatiscenti realizzati in cemento ed eternit, resti di un passato che ha segnato la storia industriale di Porto Torres. Dopo il crollo della ciminiera dell’ex Cementir, la bufera di vento e pioggia ha fatto franare una parte della copertura della ex Ferriera, porzioni di stabili che col tempo si stanno deteriorando, ponendo il rischio di rilascio di fibre di amianto.

L’amministrazione comunale ha provveduto ad informare l’Arpas che ha il compito di effettuare tutte le verifiche su eventuali dati di inquinamento nell’aria.

«Noi siamo pronti ad emettere una ordinanza una volta effettuati gli atti necessari a motivare il nostro intervento», spiega il sindaco Massimo Mulas. «Quello che mi dispiace – aggiunge il primo cittadino - è che tra i siti orfani non sono comprese quelle aree che hanno necessità di decommissioning. Nonostante Porto Torres abbia ospitato un Petrolchimico tra i più grandi in Europa, la norma ha previsto tra i siti orfani soltanto la Vinyls, escludendo tutta la zona vicino all’area portuale infrastrutturata, che il Consorzio industriale intende riqualificare per promuovere nuove intraprese». 

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