Un’aggressione in pieno giorno, nel centro urbano di Porto Torres. Nel parco di San Gavino, uno dei luoghi dove i ragazzi si dovrebbero sentire al sicuro. Invece in pochi attimi una ragazza tredicenne è stata strattonata e minacciata di morte. Insieme all’amica, sua coetanea, sono state prima intimidite e poi derubate dei loro cellulari. Una di loro ha subito violenza fisica.

L’uomo, F.G. 41enne di Porto Torres, già noto alle forze dell’ordine, è stato fermato in via Sassari, in prossimità del supermercato I Granai mentre attendeva di salire sull’autobus. Il 41enne è stato arrestato con l’accusa di rapina e lesioni aggravate. I fatti risalgono a giovedì scorso.

Erano appena trascorse le 13 quando le due ragazze, dopo aver trascorso alcuni momenti nella biblioteca comunale, decidono di consumare un panino al parco, una pausa pranzo prima di ritornare  tra i libri.

Sedute su una panchina scorrevano le immagini sul cellulare. All’improvviso spunta un uomo alle spalle, afferra una di loro, la tiene ferma e la minaccia con una tessera sanitaria, come fosse un’arma. Le procura delle lesioni, poi le urla: «Ti squarcio come una pera. Tira fuori il cellulare».

La ragazza risponde terrorizzata: «Non mi uccidere, ho solo 13 anni». L’amica impaurita consegna anche lei il cellulare chiedendogli di poter tenere la sim. L’uomo non ha esitato un attimo. Dal portafogli ha prelevato la chiave per estrarre il codice, poi si è dileguato. Quella che doveva essere una giornata tranquilla si è trasformata in un inferno. Le ragazze sono scappate verso casa. Piangevano disperate.

«Mia figlia mi ha raccontato del terribile episodio, - racconta la mamma della minore - ma quando mi ha mostrato i segni sul collo mi sono  accorta della vera gravità di quanto accaduto. Così non ho esitato un attimo a recarmi dai carabinieri per sporgere denuncia». Dalla caserma di via Antonelli è partita una pattuglia che ha fermato il 41enne in via Sassari.

«Non andate dai carabinieri perché dove vi trovo vi ammazzo». Così aveva minacciato le due giovani. «Ancora non posso dimenticare lo sguardo terrorizzato di mia figlia, - aggiunge la mamma - non posso accettare che sia stata aggredita in un luogo per tutti considerato sicuro, dove ci si aspetta che venga controllato da un sistema di video sorveglianza e da chi è deputato a farlo. Ma con quale stato d’animo possono vivere i genitori?».

La giovane aggredita è stata accompagnata dalla guardia medica che gli ha assegnato tre giorni di cure per le escoriazioni nel collo. Resta un trauma, per un’adolescente difficile da superare. 

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