“Claudio Dettori è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio e non merita il riconoscimento di nessuna attenuante generica. Chiedo l’ergastolo”.

Questa la richiesta, stamattina in Corte d’Assise a Sassari, del pm Giovanni Porcheddu al termine della requisitoria del processo per la morte di Antonio Fara, ucciso il 22 aprile 2021 nella sua abitazione di via Livorno 6.

Secondo il pubblico ministero il giovane sarebbe colpevole dei reati di rapina e omicidio con l'aggravante della crudeltà e, per dimostrarlo, ha ripercorso tutte le prove a carico dell’imputato soffermandosi in particolare su quelle relative alle immagini di videosorveglianza e agli accertamenti biologici.

“Prove regine”, così le ha definite Porcheddu, perché, nel primo caso, ritraggono il 25enne entrare e uscire dalla casa di Fara, che l’ospitava da circa due mesi, sia dall’ingresso che dal retro, in orari compatibili con l’assassinio e, la mattina del 23, poco prima che arrivassero i carabinieri.

“Sulla scena del delitto - ha continuato poi il magistrato - ci sono solo due profili genotipici, della vittima e dell’imputato”. Diverse le tracce ematiche e dna riscontrate, in particolare sul martello, ritenuto dal magistrato l’arma utilizzata verosimilmente per “sfondare il cranio di Antonio”: “Sulla sua testa il sangue del Fara, sul manico il dna di Dettori: basterebbe questa prova genetica per inchiodarlo alle sue responsabilità”.

Ma anche l’impronta sui guanti in lattice, trovati sia nel secchio della spazzatura che in una busta accanto al cadavere, “è da sola sufficiente ad attribuirgli la responsabilità”. Il pm si è concentrato anche sul fatto che, nella casa, fosse in corso un’opera di pulizia e che il corpo del 47enne era avvolto in una coperta: “L’intenzione era quella di liberarsene per farlo sparire”.

Sui soldi ritrovati al momento del fermo nelle tasche dell’imputato: “36 banconote da cinque euro, esattamente la cifra che era nella busta ‘cassetto’, quelli che servivano per il cambio al bar, soldi presi alla vittima”. Un insieme di prove nel complesso a carico di Dettori: “Cosa abbiamo invece a suo favore? Nulla - ha sottolineato il pm isolando anche le presunte contraddizioni nella deposizione del giovane - il deserto probatorio”.  

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