Libertà senza confini”, un motto perfettamente rappresentato nel ritorno in piazza di una grande manifestazione unitaria che si lascia alle spalle due anni di stop forzato dalla pandemia.

Quest’anno il Sardegna Pride, pur tenendo immutato il suo profondo significato di liberazione e orgoglio, ha ampliato la sua base rivendicativa: non solo l’orgoglio di gay, lesbiche e trans, un momento di vera e propria liberazione di tutte le soggettività “oppresse dalla cultura machista eteropatriarcale e normativa”.

Il gay pride a Sassari (Ansa)
Il gay pride a Sassari (Ansa)
Il gay pride a Sassari (Ansa)

Il mega corteo torna dunque a Sassari dopo lo stop causa Covid: pullman da tutta l’isola in città, migliaia di persone hanno inondato il centro di colori e sorrisi, per il “diritto ad avere diritti”, per la liberazione dei corpi, dei sentimenti e delle relazione, per il diritto di ognuno all’autodeterminazione sul proprio corpo e nelle scelte di vita.

Il corteo, accompagnato dalla musica proveniente da cinque carri, è anche un’occasione per celebrare tutti insieme i primi 30 anni di vita del Movimento omosessuale sardo.

Il gay pride a Sassari (Ansa)
Il gay pride a Sassari (Ansa)
Il gay pride a Sassari (Ansa)

Si è concentrato in piazza Università: di lì verso le 18 ha cominciato a sfilare verso corso Vico in direzione di Porta Sant'Antonio e corso Vittorio Emanuele, dove c'è stata la prima delle due partenze differite pensate insieme al movimento disabilità, per agevolare la partecipazione. Il terzo slot all'altezza di piazza Castello, poi tutti su via Asproni, e via a scendere l'ultimo tratto di via Roma fino a piazza d'Italia, con la lettura del documento politico e gli interventi delle associazioni, delle madrine e la presentazione della canzone ufficiale del Pride, scritta e cantata da Claudia Aru e Luv!.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata