Il 29 gennaio si celebra la 70esima giornata mondiale dei malati di lebbra, malattia della quale oggi si sente poco parlare ma che – in alcuni Paesi come la Cina – è diventata una malattia endemica.

«La lebbra è una patologia infettiva di tipo cronico – spiega la professoressa Maria Antonietta Montesu della Clinica dermatologica dell'Aou di Sassari – ed è causata dal Mycobacterium leprae, un batterio che ha un basso potere patogeno. La trasmissione avviene in caso di stretto e prolungato contatto con soggetti infetti. L'incubazione è particolarmente lunga, può superare i dieci anni, con un tempo medio di circa cinque anni».

Conosciuta anche come morbo di Hansen, nel mondo è ancora un problema sanitario importante, che si concentra nei Paesi tropicali e subtropicali, in particolare India, America Latina e Africa ma anche alcune regioni della Cina. Secondo i dati dell'Associazione italiana amici di Raoul Follereau (il giornalista che ha voluto fortemente la ricorrenza mondiale), nel periodo Covid 2020-2021 si è registrato un incremento della malattia del 10 per cento. In Italia non esiste da secoli mentre sono stati registrati casi importati da turisti che hanno soggiornato all'estero o da stranieri arrivati nel nostro Paese. L'Oms ha inserito la lebbra nell'elenco delle malattie tropicali neglette.

«L'agente eziologico è un micobatterio a lentissima crescita – spiega il direttore della clinica di Malattie infettive e tropicali, professor Sergio Babudieri – e sono interessati dall'infezione principalmente cute e nervi periferici, il cui coinvolgimento provoca intorpidimento e debolezza nelle zone da loro controllate. Si sviluppa una neuropatia periferica anche grave che, nella cosiddetta lebbra tubercoloide, coinvolge numerose zone con loro intorpidimento e debolezza di alcuni gruppi muscolari».

«È determinante la diagnosi precoce – aggiunge Montesu –, prima che sopraggiungano le deformità estetiche e i danni ai nervi, che sono altrimenti irreversibili. E nel processo diagnostico il dermatologo svolge un ruolo preminente, perché individua le lesioni cutanee che rappresentano le manifestazioni iniziali caratteristiche».

Si tratta quindi di una patologia facilmente curabile con una specifica terapia basata sull'associazione di antibiotici da assumere nel lungo periodo o, talvolta, come terapia di mantenimento per tutta la vita. In Italia, infine, esistono quattro centri di riferimento nazionale per la conferma diagnostica e per il trattamento della malattia, uno di questi si trova a Cagliari. «Questo – ricorda infine la professoressa Montesu – si trova nella Dermatologia del Santissima Trinità e attualmente gestisce in day hospital 5 hanseniani: 3 autoctoni e 2 extracomunitari, tutti di sesso maschile».

(Unioneonline/v.f.)

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