A piccoli passi, lotta per riprendersi la vita, messa a dura prova da una tragedia estrema. Ilaria Saladdino, 39 anni di Porto Torres, madre di due gemellini di appena un anno, ha aperto gli occhi, reagisce agli stimoli dei medici che hanno disposto il trasferimento dal reparto della Rianimazione a quello di Neurochirurgia dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. “Le sue condizioni piano piano migliorano – assicura la sorella Giusy –. Si è svegliata, è vigile, ma la prognosi resta riservata”.

Fuori pericolo, dovrà sottoporsi a una serie di interventi chirurgici prima di affrontare la fase riabilitativa. Una strada lunga ma piena di speranza, un percorso appena cominciato dopo la brutale aggressione, quel sabato sera del 26 febbraio scorso. Lì davanti alla loro abitazione, in via Principessa Giovanna a Porto Torres, hanno perso la vita i suoi genitori, il poliziotto in congedo Basilio Saladdino (74 anni) e la moglie Liliana Caterina Mancusa (66 anni), uccisi entrambi con crudeltà, colpiti senza pietà con un’ascia dal genero Fulvio Baule. Il muratore 40enne di Ploaghe si trova nel carcere di Bancali, dovrà rispondere di duplice omicidio aggravato e tentato omicidio.

Dopo essersi scagliato contro l’ex suocero, si è accanito contro le due donne, madre e figlia. Due giorni fa, l’ultimo saluto a Liliana Mancusa, morta dopo un mese e quattro giorni di agonia, al suo fianco Ilaria ha combattuto fino ad uscire dal reparto di terapia intensiva. La via Crucis, celebrata ieri e presieduta da don Michele Murgia e da tutti i preti delle tre parrocchie cittadine, è stata vissuta dalla comunità come una preghiera “affinché il Signore ci conceda di riaverla presto in mezzo a noi, riconsegnata all’amore dei suoi figli e della sua famiglia”.

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