Nuoro e dintorni primeggiano in Italia per gli omicidi volontari: con cinque denunce ogni centomila abitanti la vecchia provincia si piazza tristemente in testa alla classifica nazionale e, ad una certa distanza, ci sono terre dove prolifera la malavita organizzata: Crotone in Calabria, Catania e Ragusa in Sicilia, Napoli. Nuoro è prima anche per i tentati omicidi (6,2), a pari merito con Bari, poi vengono Genova e Napoli; mentre è al sesto posto (insomma, sempre al top) per le rapine agli uffici postali.

Per contro i sequestri di persona, marchio aberrante della Sardegna del passato, sono pressoché scomparsi, e adesso sono Catania, Mantova, Bologna e Foggia le zone segnate dai rapimenti.

Per il resto, magra consolazione, siamo un’Isola tutto sommato tranquilla, a parte i danneggiamenti seguiti da incendi (molti nell’Oristanese e nel Nuorese) e le ingiurie, le minacce e le percosse (Sassari spicca, comunque i numeri sono elevati in tutto il Paese, segno della litigiosità e del degrado culturale dei nostri tempi), i reati segnalati all’autorità giudiziaria sono più contenuti che nelle altre regioni e complessivamente in calo.

I dati sono quelli Istat del 2014, questa volta rielaborati e pubblicati dal Corriere della Sera, con la consueta avvertenza: si parla non dei crimini realmente compiuti ma soltanto di quelli “ufficiali”. Dunque, la polizia lo ripete spesso, il calo di alcuni tipi di denunce è dovuto alla sfiducia dei cittadini. Prendiamo i furti, ad esempio, la seconda, terza volta, la vittima smette di rivolgersi alle forze dell’ordine perché si rende conto che il colpevole non verrà mai acciuffato e - come per magìa - il crimine scompare dalle statistiche. Oppure c’è il fattore-vergogna: molto spesso le violenze sessuali vengono tenute nascoste, soprattutto nei piccoli centri.
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