Il tabaccaio: "Ho ucciso un uomo dopo 27 furti"
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"Vorrei sapere come dormono i giudici che mi hanno condannato, perché io, dopo 27 furti, sono costretto ad alzarmi nel cuore della notte, per difendere il mio lavoro. È vita questa? Siamo arrivati a 27 furti, con l'ultimo assalto, quello di domenica, il numero è esatto, non ci sono errori. Ma non basta. Mi hanno anche condannato perché dicono che io ho ucciso una persona, mentre la inseguivo. Una persona che aveva scassinato il mio locale. Io sono stato condannato e non ho ucciso nessuno, come dicono le perizie, mentre i ladri continuano a scassinare e a rubare a casa mia. Mi dicano, per favore, questi giudici e lo Stato, che cosa devo fare": Lucio Filippeddu ha appena finito di sistemare il suo bar tabaccheria dell'area di servizio Fiamma 2000, nella circonvallazione di Arzachena, e si sfoga, perché per 27 volte ha pagato i danni provocati dagli scassinatori.
Questa volta, il blitz che una banda bene organizzata ha messo a segno intorno all'una di domenica, gli è costato circa 5mila euro. Ma nella storia dell'imprenditore di Arzachena c' è anche la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, per omicidio preterintenzionale.
"DEVO DIFENDERMI DA SOLO?" - Filippeddu, dopo l'assoluzione in primo grado, è stato riconosciuto responsabile della morte di un ragazzo di Sassari, Franco Muggiolu, 24 anni, che, stando alla recente sentenza dei giudici d' appello, è stato investito dall'imprenditore.
La notte del 30 ottobre 2009, la vita di Filippeddu cambia per sempre, perché dopo avere sorpreso il giovane sassarese dentro l'area di servizio (con passamontagna e piede di porco in pugno) l'imprenditore insegue il ragazzo a bordo del suo Fiorino e, secondo l'ultima sentenza, lo investe, uccidendolo.
Il dispositivo di primo grado, invece, stabiliva che non vi sono prove certe sul contatto tra l'auto di Filippeddu e la vittima. In altre parole, non veniva esclusa una caduta accidentale del povero ragazzo, durante la fuga all'interno del parcheggio dell'area di servizio.
"La mia storia la conoscete - dice Filipeddu - io chiedo allo Stato e ai giudici che cosa devo fare. Devo difendermi da solo? Visto che le forze dell'ordine non hanno gli strumenti per tutelarmi. Me lo dica lo Stato come devo comportarmi. Ma una cosa è certa, ogni volta che suona l'antifurto, come è successo tra sabato e domenica, io vado nel mio bar tabaccheria. Penso che sia un mio diritto tentare di fermare i ladri. Che anche questa volta sono andati via con un cambiamonete e un videopoker. Io non ho nessuna intenzione di arrendermi".
"NON CHIUDO L'AZIENDA" - Con i suoi avvocati, Domenico Putzolu e Gian Marco Usai, Filippeddu vuole portare il sui caso in Cassazione e, se sarà necessario, anche davanti agli organismi di giustizia dell'Unione Europea.
"Non mi fermo - dice l'imprenditore - e non chiudo la mia azienda, non mando le persone a casa. Nonostante questi 27 furti, nonostante la vita che sto facendo insieme alla mia famiglia, non intendo arrendermi ai ladri e combatterò contro la sentenza che mi fa passare per una assassino. Però, mi devono anche dire che cosa devo fare per non consegnare ai malviventi la mia esistenza, dopo avere perso tutto il resto".
Andrea Busia