Il Ministero dice sì alle pale alte 200 metri in Sardegna: «Compatibilità ambientale»
C’è il decreto che approva la richiesta di repowering per l’impianto di Nulvi e Tergu. Gli ecologisti: «Adesso la Regione che fa?»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Meno della metà delle pale, ma quasi tre volte più alte. Il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera al potenziamento del parco eolico di Nulvi-Tergu (e ricadute anche a Sedini, Chiaramonti, Ploaghe e Codrongianos) di proprietà della Fri-El Anglona.
L’impianto esistente è costituito da 35 aerogeneratori con diametro di 52 metri e altezza massima pari a 81, per una potenza totale di impianto pari a 29,75 Mw. L’ammodernamento prevede l’installazione, nelle stesse aree, di 15 aerogeneratori con diametro massimo di 170 metri, altezza massima pari a 203 e potenza totale pari a 99 Mw. Il provvedimento di compatibilità ambientale porta la data del 27 novembre: il sì del Mase arriva quindi mentre il Consiglio regionale discute della proposta di legge sulle aree idonee e nella piena vigenza della moratoria voluta dalla maggioranza della Giunta Todde.
Appena la società presenterà richiesta, la Regione dovrà attivare la procedura per l’autorizzazione unica che dipende dagli uffici sardi, con la previsione dell’indizione di una conferenza di servizi. Iter che non è stato innescato per il repowering dell’impianto che incombe sulla basilica di Saccargia (non distante dall’impianto appena benedetto a Roma): in quel caso è bastato il silenzio assenso della Regione, che fuori tempo massimo ha sollevato delle obiezioni che sono state rase al suolo dal Tar.
Si stima che il nuovo impianto, si legge nel documenti ministeriali, «avrà una vita utile di circa 25-30 anni a seguito della quale potrà esser sottoposto ad un futuro intervento di potenziamento o ricostruzione». Oppure potrebbe essere smantellato. Ma prima dovrà far fruttare l’investimento dichiarato: «Il valore dichiarato delle opere di progetto è pari a 132.769.729 euro». E secondo i tecnici ministeriali sì, le pale saranno più alte, e visibili da distanze maggiori, ma con la riduzione del numero verrà limitato «l’effetto selva». Sempre se non si pensa che intorno, e in tutta l’Isola, ci sono altre migliaia di pale che attendono il via libera. Scrivono dal Ministero: «Nella materia di produzione di energia da fonti rinnovabili i principi fondamentali fissati dalla legislazione dello Stato costituiscono attuazione delle direttive dell’Unione, che manifestano un favore per le fonti energetiche rinnovabili, ponendo le condizioni per un’adeguata diffusione dei relativi impianti, come politica di contrasto al cambiamento climatico». Quindi: c’è la compatibilità ambientale.
«Come s’è visto nel concreto, la moratoria sugli impianti energetici da fonti rinnovabili non ha avuto alcun effetto inibitore nell’ambito del procedimento di Via (come in tanti casi analoghi)», sostengono gli ambientalisti del Grig, «in attesa dell’auspicata approvazione della normativa sulle aree idonee/inidonee per l’ubicazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, avrà ora la Regione forza e voglia di negare in tempi utili il rilascio dell’autorizzazione unica applicando la disciplina della moratoria? Lo farà anche a costo di un piuttosto probabile contenzioso con richiesta risarcitoria?», si chiedono. «Sinceramente lo speriamo», è l’auspicio.