La Regione resta in silenzio e dice sì al repowering del contestato impianto eolico da 27 mega pale del parco eolico Nulvi-Ploaghe. Quello, per dare un riferimento più chiaro, che andrà a intaccare il panorama della basilica di Saccargia. Lo realizzerà la Erg Wind Energy Srl che, al posto delle attuali 51 torri «con altezza del mozzo di 50 metri e raggio del rotore di 26 metri» ne installerà 27 tutte nuove, ma molto più alte: avranno un’altezza massima del mozzo compresa tra 107,5 e 114 metri e diametro del rotore fino a 145. Altezza, quindi: 180 metri. Silenzio assenso, si chiama: è quello che secondo il Tar si è formato a causa di una convinzione errata degli uffici regionali e dell’inapplicabilità della moratoria che, nelle intenzioni della Giunta, avrebbe dovuto arginare l’invasione eolica.

Il ricorso

La sentenza è stata depositata ieri. Le conseguenze per la storica basilica di Saccargia e il territorio circostante si leggono alla fine: il Tar «annulla il provvedimento della Regione del 27 settembre 2024» e «dichiara l’intervenuta formazione del silenzio assenso (...) sull’istanza di autorizzazione unica presentata in data 15 aprile 2024 dalla ricorrente, con il conseguente tacito rilascio di autorizzazione unica». I giudici, in sintesi, accolgono in toto il ricorso presentato dal ramo “ecologico” della Erg, nata e cresciuta (molto) nel mercato petrolifero. E rigettano, sempre in toto, quelli della Regione.

Il provvedimento

In questa vicenda le date sono importanti. Il 27 settembre scorso gli uffici di viale Trento avevano negato che il silenzio assenso potesse essersi formato perché, questa era la tesi, «al momento della presentazione dell’istanza di autorizzazione unica e allo stato attuale, la società non disponeva né dispone delle aree necessarie per l’ampliamento dell’impianto preesistente». E non erano nemmeno state avviate le procedure di esproprio. Secondo la società, invece, e il Tar le ha dato ragione, «l’effettiva disponibilità delle aree dipenderà dallo svolgimento delle procedure espropriative a valle dell’avvenuta conclusione del procedimento autorizzativo». Quindi: gli spazi per le torri eoliche saranno davvero in mano alla Erg solo dopo il via libera definitivo. Che non era arrivato proprio perché la Regione stava cercando di giocare su un altro piano. E non ha detto no quando poteva. Dopo un lungo contenzioso la Erg aveva avviato la procedura per ottenere l’autorizzazione unica il 14 aprile: eventuali contestazioni sarebbero dovute arrivare entro 60 giorni, non a settembre. tanto che per i giudici il “silenzio-assenso” si è formato il 14 giugno. E in quella data, ecco ancora l’importanza del calendario, non era nemmeno entrata in vigore la cosiddetta moratoria, che la Regione ha provato a opporre in giudizio: «La formazione tacita del titolo non può essere impedita dalla moratoria disposta dalla legge regionale, considerato che è entrata in vigore il 4 luglio 2024, ossia in data ampiamente successiva alla formazione del titolo della ricorrente». Partita chiusa: vince Erg, perde la Regione.

Enrico Fresu

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