Il leghista Zoffili accostato a Hitler sui social, per il gip di Sassari non è reato: «Critica politica»
Un fotomontaggio risalente al 2020, dopo che l’allora coordinatore regionale del Carroccio andò a protestare contro lo sbarco della Allan Kurdi a OlbiaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Accostare la foto di un esponente politico a quella di Hitler non è diffamatorio, se si tratta di critica politica, con un dissenso motivato, e se il fatto storico oggetto della critica è vero e correttamente riportato.
Lo ha stabilito il gip del Tribunale di Sassari, Gian Paolo Piana. Il giudice ha firmato l’archiviazione del fascicolo aperto, per il reato di diffamazione, a carico dell’avvocato di Bono, Vittorio Delogu. Delogu, difeso dai colleghi Pierandrea Setzu e Michele Galia, è indagato per un post pubblicato nel settembre del 2020, con il quale contestava e criticava pesantemente il parlamentare leghista Enrico Zoffili, a lungo uomo forte di Matteo Salvini in Sardegna. In sostanza, Delogu ha dato del nazista a Zoffili, dopo il caso Alan Kurdi.
Il parlamentare della Lega, nel settembre di cinque anni fa si presentò in una banchina del porto industriale di Olbia, con altre persone, e protestò vivacemente contro lo sbarco di donne e bambini dalla nave (di una ong) Alan Kurdi. I migranti, rimasti a lungo in mare, stremati e in pessime condizioni, vennero soccorsi e aiutati dalla Protezione civile e poi trasferiti in diversi centri di accoglienza dell’Isola. Zoffili fu il protagonista di un sit in sulla banchina.
Successivamente, in un post del 28 settembre 2020, il suo nome venne accostato a quello di Hitler, anche con un fotomontaggio. La Procura di Sassari aveva chiesto l’archiviazione e l’esponente della Lega si è opposto. Il gip ha scritto che la tutela del diritto di critica si estende anche quando il suo esercizio avviene con “toni duri e paragoni forti”. L'esimente del diritto di critica, spiega il giudice, si applica se il fatto “alla base della elaborazione critica” è stato ricostruito in modo completo e senza manipolazioni. Il caso dell’Alan Kurdi, inoltre, secondo il gip di Sassari, era di interesse pubblico in quanto “le condotte erano state poste in essere da un membro del Parlamento nazionale”.