Il giallo di Speranza: lo stato di decomposizione del cadavere non facilita il riconoscimento
Ulteriori accertamenti sul Dna. Sotto accusa per l'omicidio c'è il fidanzatoÈ stato affidato al Ris di Cagliari il compito di effettuare il test del Dna sul corpo ritrovato il 31 gennaio scorso a Monte Carru, Alghero. Lo ha stabilito la pm Beatrice Giovannetti di Sassari per fugare ogni dubbio sull'identità del cadavere che - salvo colpi di scena - appartiene a Speranza Ponti.
La 50enne di Uri era sparita a dicembre e per il suo omicidio è sotto indagine il fidanzato, il 53enne Massimiliano Farci.
A complicare gli accertamenti è lo stato di decomposizione del corpo: era nudo, ricoperto da un lenzuolo, con intorno del materiale alluminico usato in campagna per dissuadere gli animali selvatici, gli arti mummificati. Insomma non direttamente riconoscibile.
I risultati si avranno in una quindicina di giorni.
Anche gli accertamenti medico-legali non sono stati semplici, tanto che il medico legale Salvatore Lorenzoni ha eseguito l'autopsia, una tac e altri controlli di cui ancora non si conosce l'esito.
Il Ris intanto ha setacciato la casa di via Vittorio Emanuele in cui la coppia viveva in affitto - ma Farci, che è difeso dall'avvocato Daniele Solinas, la notte rientrava in carcere perché dopo quasi vent'anni di reclusione scontava in regime di semi libertà l'ergastolo per l'omicidio di Renato Baldussi del 1999 -, un'auto, e battuto al tappeto la pizzeria Sergio's di via XX settembre che i due gestivano insieme. Verrà poi controllata mercoledì l'abitazione dei genitori di Farci, già messa sotto sequestro.
Due le ipotesi legate al movente seguite dai carabinieri di Alghero: motivi economici e la volontà dell'uomo di interrompere la relazione per vivere apertamente quella già instaurata con un'altra donna.
Qualcuno potrebbe anche averlo aiutato per occultare il cadavere.
(Unioneonline/s.s.)