Giovanna Demontis è stanca, ma orgogliosa. Ieri è tornata da Roma dove due giorni fa, assieme al socio Vittorio, ha rappresentato tutti i tassisti della Sardegna. Oggetto della vertenza la ventilata decisione del Governo di aprire le licenze alla multinazionale Uber. Con la macchina d'ordinanza si sono imbarcati da Olbia. Nel cofano tante bandiere sarde, pronte a sventolare nella capitale.

Giovanna, 42 anni, è una delle due donne tassiste di Sassari. Per tanti anni è stata l'unica, ma da quasi due anni se n'è aggiunta un'altra. Lavora nella cooperativa Taxi Sassari, 28 soci.

Il taxi con le bandiere sarde (foto Tellini)
Il taxi con le bandiere sarde (foto Tellini)
Il taxi con le bandiere sarde (foto Tellini)

"È stato molto faticoso, ma sono soddisfatta di avere rappresentato a Roma la categoria - spiega Giovanna Demontis - Eravamo in diecimila, assiepati specialmente in piazza Repubblica. L'accoglienza dei colleghi è stata fantastica e mi sono anche un po' commossa. Inoltre le bandiere dei quattro mori come al solito spiccavano e si è avvicinata ad ascoltarmi anche la stampa nazionale. Io mi auguro che il Governo non formalizzi i suoi intenti. Se apre le attività alla multinazionale Uber per noi tassisti si apriranno momenti di grande difficoltà, come se non bastassero quelle che stiamo vivendo, con l'attuale concorrenza, talvolta sleale e la crisi economica, apertasi a causa della pandemia. Inoltre non è vero che con l'ingresso della Uber i prezzi o le tariffe per una corsa si abbasseranno".

"Sarà solamente una nuova guerra tra poveri ed in molti di noi perderanno il posto di lavoro. Ma noi tassisti - conclude - daremo ancora battaglia. Io sarò in prima fila perché il coraggio non mi è mai mancato". 

© Riproduzione riservata