GeNa, speranze e timori. Stamattina a Sassari, nella sede dell'Opera Gesù Nazareno, istituto che accoglie persone con disabilità psicofisiche, si è tenuto un incontro tra i genitori dei 75 ospiti, i dipendenti, la direzione dell'impresa che gestisce la struttura e i sindacati. Una riunione volta a fare il punto sulla situazione, alla luce del concordato preventivo chiesto dall'azienda al tribunale, con lo spettro del fallimento all'orizzonte, e della decisione di quest'ultimo sullo sblocco del Durc.

«Martedì sapremo - afferma il direttore generale della GeNa Salvatore Piras - Si tratta di uno strumento fondamentale per rimettere in moto la macchina amministrativa». Che adesso vanta 700mila euro di crediti fermi, e non può compiere spese oltre i 5mila euro senza il permesso dello stesso tribunale.

Soprattutto il dramma della mancanza di denaro, dovuto tra l'altro anche al mancato aumento delle tariffe da parte della Regione, si riflette sui 100 lavoratori, pagati con acconti, e a cui mancano  anni di Tfr.

«Credo - continua il dg provando a spargere ottimismo - che, considerando pure l'accreditamento di altri 15 ospiti, riusciremo a mantenere i posti di lavoro e ad aggiungerne altri». Sensazioni meno positive da parte dei dipendenti esasperati dai pagamenti a singhiozzo. A intervenire poi i parenti degli ospiti, preoccupati dalla potenziale chiusura di un luogo di cure d'eccellenza, l'unico nel nord Sardegna. «Dove potranno andare?», si chiedono e la domanda piomba sui tanti amministratori in loco, dai neoassessori regionali Antonio Piu e Desirè Manca, agli esponenti locali presenti, trasversali a ogni colore politico. 

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