Mentre si attende la sentenza della Corte d'assise d'Appello di Sassari nei confronti di Alberto Cubeddu - il giovane ozierese, già condannato all'ergastolo in primo grado, accusato del duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala - spunta una lettera che i suoi legali hanno consegnato all'Ansa.

In quattro pagine Cubeddu scrive, in stampatello maiuscolo, la sua posizione.

"Se mi assolverete - si legge tra l'altro -, avrete la coscienza a posto. Al contrario, sarete protagonisti di un'ingiustizia, condannare un innocente è gravissimo".

E anche: "Sono la terza vittima di questa storia, la mia unica colpa è di essere cugino di qualcuno". Il riferimento è a Enrico Pinna, suo parente (minorenne all'epoca dei fatti, ossia il 2015), già condannato a 20 anni in via definitiva.

"Molta gente - scrive ancora Cubeddu - si è prodigata per provare il falso, io sono innocente, certi personaggi hanno agito da delinquenti, alla stregua di chi ha assassinato quei due poveri ragazzi". "Chi mi ha condannato ha sbagliato clamorosamente - afferma - in molti hanno la coscienza sporca, io ho la coscienza pulita, sono rimasto incastrato in un meccanismo infernale".

"Non sto chiedendo niente, sto chiedendo il giusto. Io - ribadisce - non sono in debito con la giustizia, al contrario lo è la giustizia con il sottoscritto".

Cubeddu è difeso dai legali Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli.

(Unioneonline/s.s.)
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