Da Porto Torres l’urlo disperato dei pescatori: «Urgenti gli indennizzi»
Quasi quattro anni di attesa, mentre il fermo biologico sta gettando le famiglie sul lastrico con la sospensione dell’attività a strascico per un altro mesePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un fermo biologico che getta le famiglie sul lastrico, con la sospensione dell’attività a strascico per un altro mese, dal primo ottobre e fino al 30 novembre, e gli indennizzi sospirati da quasi quattro anni.
Le risorse giacciono in Regione. Milioni di euro in grado di far respirare gli operatori della pesca.
L’argomento al centro della commissione Attività produttive del Comune di Porto Torres che ha aperto alle marinerie turritane e a quelle di Alghero, presenti insieme ai commissari e al consigliere regionale Piero Maieli, componente della Commissione regionale competente che oggi, 18 novembre, farà da portavoce alle istanze dei pescatori, problematiche condivise da maggioranza e opposizione che, proprio giovedì scorso, aveva votato all'unanimità l'ordine del giorno sul tema della crisi della pesca.
Alla riunione convocata a Porto Torres dal vice presidente, Michele Bassu, ha partecipato anche il consigliere del Comune di Alghero, Michele Pais. Le marinerie della pesca a strascico chiedono nell’immediatezza la corresponsione degli indennizzi e, in seguito, di conoscere le prospettive riservate al comparto nei prossimi cinque anni.
Nel porto turritano, su 40 unità di pesca che operavano vent’anni fa attualmente sono sopravvissute soltanto nove imbarcazioni costrette a subire una riduzione delle giornate di pesca, "scippate” da altre marinerie dotate di licenza che li autorizza a pescare anche nell’area geografica sarda.
Alla luce di quanto emerso durante la riunione della commissione Pesca, si chiede alla Regione il pagamento immediato dei ristori arrettrati (anni 2022, 2023 e 2024), attivando una procedura straordinaria dedicata alle marinerie in crisi, l’istituzione di un fondo regionale straordinario di emergenza Pesca, ovvero un intervento ponte per compensare le giornate di fermo non coperte dal Ministero per gli anni 2024-2025, oltre all’attivazione dei fondi Feampa dedicati al sostegno delle marinerie in difficoltà integrando tali risorse con un fondo regionale dedicato.
Nel rispetto dell’ordine del giorno firmato dai consiglieri Bastianino Spanu e Costantino Ligas, approvato dal consiglio comunale, si chiede inoltre un tavolo permanente sulla crisi della pesca con Regione, Capitaneria, Flag Nord Sardegna, Comune di Porto Torres. «Chiediamo subito gli indennizzi della cassa integrazione per i due mesi di fermo biologico, altrimenti rischiamo di restare senza stipendio sino a gennaio, quando sarà prevista la prima retribuzione dopo la ripresa delle attività». Per Alessio Occulto, pescatore turritano, ci sono priorità da soddisfare con urgenza. «Armatori e marinai imbarcati non possono attendere un anno per ricevere i compensi dovuti, dietro ci sono famiglie che devono trascorrere le feste natalizie con dignità e serenità», aggiunge Michele Sanna, operatore della pesca. «E’ imbarazzante il ritardo degli indennizzi, e noi abbiamo il dovere di sollecitare i pagamenti dalla Regione», sottolinea Antonello Cabitta. «Circa 2,8 milioni nella pancia di Agris che possono essere impiegati per ristorare pescatori e armatori», sottolinea Michele Pais. «Stiamo interloquendo con Ministero e Regione per modificare il conteggio degli orari della attività in mare», spiega Claudio Piras, assessore alle Attività Produttive «l’uscita alle 23 e il rientro l’indomani mattina viene conteggiata come due giornate di lavoro, un sistema che deve essere modificato».
Gianni Pintus, presidente Agci Federazione Sassari, ha messo in evidenza i fattori che incidono sulla crisi della pesca, non imputabili al comparto dello strascico, ma determinati dall'aumento della temperatura dell'acqua e dalla pressione atmosferica, che porta con sè il fenomeno della migrazione di alcune tipologie di pesci.
Bastianino Spanu rimarca la necessità di una trasformazione del settore pesca, con invito agli operatori a consorziarsi per rappresentare una forza unita in grado di sfruttare le opportunità che offre lo stesso Piano del Parco nazionale dell’Asinara. Per Ivan Cermelli «come politica possiamo proporre la riconversione con un incentivo per la rottamazione del peschereccio adibito alla pesca a strascico, istituendo una liquidazione con una tantum a favore dell’armatore».
Il consigliere comunale Sebastiano Sassu ha messo in evidenza le gravi criticità e i costi a carico del comparto, rimasti immutati negli anni: caro carburante, personale, manutenzione e ormeggi.
