Andare oltre la Corporate Social Responsibility, vale a dire oltre il senso di responsabilità che un’azienda o qualsiasi altro soggetto business dimostra verso la comunità e l’ambiente sociale in cui opera. Sul concetto di responsabilità personale si è tenuta questa mattina nell'aula magna dell’Università di Sassari una tavola rotonda trasmessa in streaming a favore di una cinquantina di atenei italiani dal titolo “Alcuni modelli di business socialmente etici e sostenibili”.

A fare gli onori di casa il rettore Gavino Mariotti e il prorettore alla Terza Missione Pier Andrea Serra: «Occorrono professionalità anche per gestire l'aspetto economico nel mondo del volontariato se si vuole aumentare l'efficacia delle iniziative».

L'argomento è stato approfondito da Cinzia Pilo, manager che ha lavorato anche all'estero e dopo la rara malattia genetica che ha colpito uno dei figli ha messo la sua professionalità al servizio del volontariato, fondando due associazioni (Debra Italia e Fondazione Reb Onlus) e scrivendo una sorta di vademecum (“Alcuni modelli di business socialmente etici e sostenibili”) dove riporta l'esperienza propria e di altri per aiutare quei manager che vogliono rendersi utili alla società e soprattutto alla fasce più deboli.

L'iniziativa ha coinvolto anche il Banco di Sardegna, rappresentato da Giuseppe Pirisi, responsabile del microcredito: «Ormai per le aziende e gli istituti non c'è solo il bilancio finanziario, non ci sono solo i numeri, ma c'è anche un bilancio che riguarda gli aspetti sociali e di welfare».

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