Dovrà rispondere del reato di tortura il trentenne algherese che ha segregato l’ex compagna 44enne e la figlia piccola, malmenando la donna, insultandola e infliggendole pesanti violenze psicologiche. All’udienza preliminare, fissata per lunedì, l’imputato comparirà davanti alla giudice Carmela Serra del Tribunale di Sassari. «Un trattamento inumano e degradante» cosi viene descritta la sua condotta negli atti dell’accusa.

Il racconto

L’imputato avrebbe più volte malmenato la ex compagna procurandole gravi ferite. Il culmine a fine gennaio. Dopo aver chiuso a chiave la porta dell’appartamento di Alghero e sottratto il cellulare alla donna, l’uomo per sette ore l’ha ripetutamente percossa davanti alla bambina. Calci e pugni in tutto il corpo, accompagnati da insulti indicibili. «Tu da qui esci morta» la minacciava, mentre provava a strangolarla con un cavo di un caricabatterie. E poi le lanciava addosso degli oggetti. «Certo che muori - le prometteva - ma prima devi soffrire».

La fuga

Dopo sette ore di torture, quando pensava davvero che l’uomo avrebbe portato fino in fondo il suo intento di ucciderla, la donna riesce ad andare al Pronto soccorso con diversi gravi traumi e ferite in tutto il corpo. A quel punto scatta la denuncia dei carabinieri. Dopo il racconto da incubo, i militari hanno perquisito l’abitazione dell'uomo, dove hanno trovato un machete, un manganello lungo mezzo metro e una balestra con cinque frecce. Sotto a una poltrona, oltre 100 grammi di marijuana e due bilancini di precisione.

Alcol e droghe

L’uomo era spesso ubriaco e sotto l’effetto di droghe e in più di un’occasione aveva messo le mani alla gola della compagna, l’aveva colpita alla testa con un pugno, minacciata e insultata pesantemente davanti alla figlia, fino alla segregazione di gennaio che le ha causato conseguenze psicologiche. L’uomo ha inflitto insulti e minacce anche dopo i gravi fatti di fine gennaio: «Ringrazia Dio che non ti ho ammazzato. Mi fai schifo». La donna, assistita dall’avvocato Danilo Mattana, si costituirà parte civile. Probabile che gli avvocati dell’imputato Nicola Satta e Francesco Carboni puntino al rito abbreviato.

Adriano Porqueddu

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