Nove anni di reclusione per rapina aggravata. È la richiesta fatta ieri in tribunale a Sassari dal pm Angelo Beccu contro Claudio Dettori, per una vicenda risalente al gennaio 2020.

Secondo l’imputazione il 26enne, già condannato all’ergastolo anche in Appello per l’omicidio di Antonio Fara avvenuto nel 2021, sarebbe entrato assieme a dei complici, celandosi con un passamontagna e uno scaldacollo, in un appartamento di via Catalocchino immobilizzando una giovane che si trovava nell’immobile e poi rubando un pc, un orologio e un portafogli. Nessun segno di effrazione, come ha ricordato il pubblico ministero, perché il sassarese avrebbe utilizzato un paio di chiavi di proprietà della persona che, fino al giorno prima, ospitava proprio Dettori in quell’immobile. E che, dopo averlo mandato via, non si era più ritrovato.

Sia lo scaldacollo che il passamontagna erano stati rinvenuti dalle forze dell’ordine nella casa di Dettori insieme all’orologio corroborando le prove a suo carico. «Avrebbe potuto andare molto peggio» ha dichiarato il pm in discussione ricordando la rapina e le sue aggravanti, come l’aver agito travisato e in concorso.

Per l’avvocato della difesa Giuseppe Onorato non vi sono certezze sulla responsabilità del suo assistito anche per l’assenza di esami specifici sul passamontagna e lo scaldacollo che, appunto, dimostrassero fossero stati utilizzati nell’occasione del 2020. «Ci soltanto ipotesi accusatorie - ha affermato il legale - il fatto non è provato oltre ogni ragionevole dubbio».

Il collegio, presieduto dalla giudice Monia Adami, a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla, ha rinviato a maggio per le repliche.

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