Catene e divieto di avvicinarsi ai simulacri del Santi Martiri Turritani: nella grotta di Balai ci piove dentro. Si prega da lontano nell’ipogeo della chiesetta di San Gavino a Mare, dove le statue lignee di Gavino, Proto e GIanuario sono state adagiate dal 3 maggio scorso per consentire ai fedeli di dedicarsi ai momenti di preghiera.

La pioggia intensa dei giorni scorsi ha messo in evidenza le criticità del luogo di culto, meta di un pellegrinaggio quotidiano, sino al pomeriggio del giorno di Pentecoste, vigilia della festa popolare più partecipata dai turritani e da tutte le popolazioni del circondario.

Un distanziamento ulteriore, che si aggiunge a quello disposto dalle regole anti Covid: i fedeli per evitare di bagnarsi, a causa delle perdite d’acqua all’interno della grotta, dovranno pregare davanti ad una catena che dispone il divieto di avvicinarsi.

Potranno partecipare alle messe quotidiane per un massimo di 20 persone fino alla ricorrenza della Pentecoste così come stabilito dal protocollo Cei. Il giorno successivo, la Festha Manna, il ritorno da Balai in processione con le statue dei Protomartiri che fanno il loro rientro trionfale nella Basilica di San Gavino. 

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