A guardarla da lontano sembra godere di buona salute, invece l'immagine suggestiva della Chiesa di Balai Vicino sbiadisce man mano che ci si avvicina. A rischio c'è la sua stabilità.

La causa è da attribuire al vento e al mare che col passare del tempo aggrediscono il monumento costruito nel 1850 sulla roccia a picco sul mare. La pioggia fa il resto. Una combinazione che compromette la struttura muraria soggetta a fenomeni di erosione e distacco delle parti.

Infiltrazioni d'acqua attraversano la parte alta della roccia e l'ipogeo si allarga mettendo a repentaglio gli stessi fedeli devoti ai tre Martiri, Gavino, Proto e Gianuario che ogni anno si recano in pellegrinaggio a partire dal 3 maggio e fino al giorno della Pentecoste.

"Per salvare questo prezioso bene di importanza culturale e religiosa occorre un intervento urgente di restauro completo - spiega il parroco don Mario Tanca - non si può mostrare interesse per la chiesetta solo a ridosso della Festha Manna quando c'è maggiore visibilità, come dire lontano dagli occhi lontano dal cuore dimenticandosi che i problemi peggiorano col passare del tempo".

Nei giorni scorsi un sopralluogo dell'assessore ai Lavori Pubblici, Alessandro Derudas, per fare un check up della struttura dove il lato destro che si affaccia sulla costa maggiormente esposto agli agenti atmosferici presenta dei cedimenti nei tre contrafforti che rinforzano la muratura.

All'interno l'acqua piovana ha danneggiato i graffiti testimonianza della frequentazione del sito in epoca paleocristiano-medioevale, oggetto di studio dell'epigrafista Giuseppe Piras. Da dieci anni non arrivano risorse necessarie per un intervento massiccio che metta un freno al processo di degrado e di erosione che ha colpito le pareti della chiesa e lo stesso tetto, come pure la facciata, la croce esterna e i cancelli arrugginiti ormai fatiscenti.
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