Assolte le tre educatrici di Sorso accusate di abuso dei mezzi di coercizione
A processo per le denunce relative a presunti maltrattamenti ai bambini del centro diurnoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
“Assolte perché il fatto non sussiste”. Con la sentenza, emessa questo pomeriggio dal Collegio presieduto da Mauro Pusceddu, arriva al capolinea la vicenda, risalente a sei anni fa, delle tre educatrici e un’assistente sociale - Sabina Polo, Giovanna Pintus, Carmela Porcu e Anna Laura Migheli - accusate del reato di abuso dei mezzi di coercizione e disciplina all’interno del centro diurno di Sorso dove lavoravano.
Un episodio di cronaca che aveva destato una vasta eco a causa del “gioco” che si sarebbe compiuto nel Ced. Bambini legati col nastro di carta o rinchiusi per ore in una camera buia, queste le imputazioni, come riferito da alcuni piccoli e poi denunciato. Circostanze per le quali il pubblico ministero Maria Paola Asara aveva peraltro già ritenuto di chiedere l’assoluzione perché il fatto non era dimostrato. Caduta anche l’imputazione di concussione a carico dell’assistente sociale Anna Laura Migheli di “Andalas de Amistade”, soggetto incaricato della gestione del Ced.
A sostenere la difesa delle quattro donne gli avvocati Gabriella Pinna Nossai, Marco Palmieri, Pietro Fresu e Vittorio Campus. Nel complesso i quattro hanno dichiarato, come nel caso di Pinna Nossai, che “l’impalcatura probatoria aveva molti limiti e che il nulla delle accuse era stato cavalcato strumentalmente”. La parte civile era rappresentata dai legali Mario Spanu, Martina Pinna, Sara Dettori.