«Rispetto alle azioni sterili che fino ad ora sono state tenute rispetto a un’azienda così importante come l’Eni, noi abbiamo preferito fare dei ragionamenti più concreti con atti che andassero a ripianificare l’area industriale».

Le parole del sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, non lasciano spazio ad interpretazioni. Le interlocuzioni tra l’ente e la multinazionale si sono inasprite all’indomani della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna che ha dato ragione al Consorzio industriale provinciale sulla procedura di riacquisizione delle aree improduttive gestite proprio da Eni.

La società ha risposto con un ricorso al Consiglio di Stato ed ora il muro tra l’azienda e il Comune c’è e non si può nascondere. «Speravo non arrivasse l’impugnativa da parte di Eni al Consiglio di Stato, - aggiunge Mulas - perché, posta così, l’azione risulta istituzionalmente poco corretta rispetto ad un territorio che in 40 anni ha davvero dato ogni disponibilità alle varie aziende multinazionali, che si sono succedute negli anni in quell’area».

Il sindaco sottolinea la poca attenzione che l’azienda del cane a sei zampe avrebbe riservato al territorio. «Pertanto mi auguro che il gruppo Eni, insieme alle autorevoli porzioni della società, capiscano che veramente c’è da mettere la parola fine su un ragionamento inefficace e auspichiamo, da tempo, come territorio, un nuovo inizio di programmazione reale rispetto alle aree. Altrimenti proseguiremo con l'andare avanti a testa alta».

Una dichiarazione di guerra in una fase in cui si apre un’importante partita sul territorio con nuovi scenari sul futuro industriale della città di Porto Torres.

Nella prospettiva c’è la nuova pianificazione dell’area del porto industriale, un masterplan definito dal Consorzio industriale provinciale di Sassari che lascia spazio a nuove intraprese, con una concessione del pontile secchi, attualmente in capo ad Eni, in scadenza in 31 dicembre prossimo. Una concessione che, «come è stato confermato non verrà rinnovata, perché si riparte con una nuova pianificazione rispetto all’utilizzo di un porto che è stato sempre sottoutilizzato».

L’argomento è stato portato all’attenzione del consiglio dal capogruppo sardista, Bastianino Spanu, che ha sollevato il problema del risarcimento dei danni per inquinamento.

«Chiedo se, alla luce dell’ultima sentenza sul disastro ambientale di cui risulta responsabile Eni, il Comune intende costituirsi in giudizio», ha detto Spanu. «Un atto dovuto – ha replicato il sindaco - in contrapposizione alle azioni errate che sono state fatte, riconosciute e sancite che si tratta solo di quantificare. Vi è stato l’inquinamento e questo territorio va risarcito rispetto ad azioni sbagliate». 

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