Ad Alghero è levata di scudi contro l’ipotesi di un nuovo ospedale a Mamuntanas.

«Respingiamo totalmente la soluzione del nuovo ospedale a dieci chilometri dal centro della città, prevista dalla finta delibera propaganda della Giunta Solinas, a pochi giorni dal voto. Riteniamo che occorra concentrarsi innanzitutto sulla ristrutturazione degli attuali ospedali, in particolare delle sale operatorie del civile e del marino oggi chiuse, garantendo l’abbattimento delle liste d’attesa, la riapertura del punto nascita, il potenziamento del personale medico e paramedico e il rafforzamento della sanità del territorio».

Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista x Alghero, Lista Civica Uniti, Alleanza Verdi Sinistra, Futuro Comune, Progressisti, Podemos, Fortza Paris e Sardenya i Llibertat, bocciano senza possibilità di appello l’idea di realizzare la cittadella sanitaria di Alghero in campagna.

«Alghero ha necessità di un nuovo e moderno ospedale, ma ciò deve essere pianificato in modo serio, con il coinvolgimento della comunità, con risorse e impegni certi, ed intanto va fatto funzionare l’esistente. I terreni adiacenti all’attuale ospedale civile in zona Taulera, già individuati dagli strumenti urbanistici come area per servizi, sono il luogo ideale per ubicare la futura cittadella sanitaria. L’attuale ospedale, in prospettiva, potrebbe essere convertito in un funzionale poliambulatorio con gli uffici amministrativi funzionali al servizio sanitario pubblico», scrivono in una nota, sottolineando come una ubicazione lontana dal centro urbano «significhi ulteriore disagio sia per i fruitori diretti dell’assistenza sanitaria, che per i familiari costretti a percorrere decine di chilometri quotidianamente per assistere i propri cari».

Ma al di là dell’aspetto logistico, secondo i gruppi politici è indispensabile superare il dualismo tra Azienda Sanitaria Locale (ASL) e Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) «che limita la piena collaborazione indispensabile ad assicurare una migliore funzionalità del servizio, già profondamente deficitario a causa della cronica carenza di personale sanitario e di apparecchiature specialistiche a cui si aggiungono una generale disorganizzazione del servizio sanitario pubblico,  a tutto vantaggio di cliniche e operatori privati ma a discapito delle fasce sociali più deboli».

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