La Asl di Sassari, in seguito all’accreditamento istituzionale, attiva l’Hospice “San Giovanni Battista”: la struttura realizzata a Ploaghe ospita il suo primo paziente, un sassarese 85enne, che da questa mattina è stato registrato nella nuova struttura che sorge all’interno del compendio dell’Ex Fondazione San Giovanni Battista.

La Asl n. 1 potenzia in questo modo la propria rete assistenziale territoriale con l’attivazione dell’Hospice residenziale che si integra alla rete delle cure palliative oncologiche domiciliari del Nord ovest Sardegna, che può contare anche sui 6 posti letto dell’Hospice San Pantaleo di Sorso, gestiti da un privato accreditato.

In seguito alla concessione dell’autorizzazione all’esercizio e all’accreditamento istituzionale rilasciata negli scorsi giorni dall’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, la Asl di Sassari questa mattina ha attivato gli otto posti letto dell’Hospice “San Giovanni Battista”. All’interno della struttura viene garantito un complesso integrato di prestazioni sanitarie assistenziali ed alberghiere, fornite in maniera continuativa per 24 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana da personale altamente specializzato della Asl di Sassari. L’obiettivo è mantenere accettabile la qualità della vita, alleviare il dolore dell’assistito ed il senso di impotenza dei familiari., intende inoltre ridurre il numero di ricoveri e di giornate di ricovero in strutture di degenza per acuti; inoltre punta a completare l’offerta assistenziale delle cure domiciliari integrate nel territorio, e migliorare la qualità dei percorsi di continuità assistenziale.

«Con grande impegno e senso di responsabilità l'equipe multidisciplinare di cure palliative dalla giornata di oggi sarà pronta ad accogliere i pazienti, in un luogo di cura che però vuol esser anche di speranza», dichiara Vanna Chessa, direttore della Sc Anestesia territoriale e cure palliative della Asl 1, all’interno del quale si inserisce l’Hospice San Giovanni Battista di Ploaghe.

I pazienti che si trovano in quella fase della malattia non più suscettibile di guarigione, e per i quali non risultano adeguate le altre forme di assistenza (come i pazienti in fase avanzata e avanzatissima di malattia, con una presumibile aspettativa di vita inferiore a sei mesi, e per i quali non vi fossero le condizioni per garantire l’assistenza a domicilio), vi possono accedere su proposta del Medico di Medicina generale o dei Medici ospedalieri.

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