Ultima in una classifica nazionale pubblicata in un e-book realizzato da Voices from the Blogs (VfB) in collaborazione con Wired.it, che ha analizzato oltre 43 milioni di tweet in 334 giorni, per misurare lo stato d'animo e la contentezza della popolazione italiana attraverso l'indice iHappy. Voices from the Blogs è un progetto di ricerca dell'Università di Milano che dal 2012 monitora quello che si dice e si discute in rete. Dalla felicità alle elezioni americane, dal festival di San Remo a la versione cinematografica de "Lo hobbit".

La curiosa hit parade vede Sassari come la provincia più triste del nostro Paese con una percentuale del 35,1 per cento, segue Nuoro con 36 per cento e poi Matera con 36,6. Ma anche Olbia-Tempio non se la passa bene visto che si trova al decimo posto con un 38,2 per cento. La felicità in terra sarda si trova a Oristano che conquista la vetta della contentezza nazionale con un 56,6 per cento e anche l'Ogliastra e il Medio Campidano ridono di gusto sfiorando il podio con un quarto e quinto piazzamento viaggiando su cifre che si aggirano sul 54 per cento circa. Buoni risultati anche per Carbonia-Iglesias (18ma con un 49 per cento) e Cagliari (27ma con il 48 per cento). Per arrivare a questo risultato Vfb ha categorizzato i tweet provenienti dalle 110 province italiane nelle due classi: "felici", "infelici" più una residuale "altro" che però viene esclusa dal calcolo finale.

«Ciò che rende unico l'indice iHappy di VfB - si legge nel loro blog - è il suo essere basato interamente sulle reazioni istantanee dei singoli individui agli avvenimenti che accadono nella vita di ciascuno e che possono incidere positivamente o meno sul proprio livello di felicità. Questi avvenimenti possono essere i più disparati: la nascita di un figlio, il litigio con la fidanzata, un compleanno da festeggiare, una bella giornata di sole, la vittoria della propria squadra del cuore, un furto subito, una passeggiata nel centro città». Si tratta insomma di un indice calcolato sulla base di uno stato soggettivo e personale, diversamente dalle classifiche basate sulla qualità della vita delle città, come quella del Sole24ore costruite da indicatori aggregati che si riferiscono ad aspetti strutturali (il reddito medio pro-capite, il livello di occupazione, i servizi legati al tempo libero, ecc.).

I dati vengono poi inseriti quotidianamente in un sito web apposito e raccolti in varie forme: dalla media settimanale alla mappa regionale sino a focalizzarsi su quella delle singole città. Per esempio a livello regionale siamo decisamente contenti con un indice del 46 per cento che supera di un punto la media nazionale. Ma è curioso notare come la maglia nera della tristezza comprenda il centro-sud del Paese: dalla Toscana alla Sicilia è una fila interminabile di musi lunghi.
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