Nonostante la ripresa economica e l’aumento dell’occupazione, in Sardegna la povertà non accenna a diminuire. È quanto emerge dal XIX Rapporto su povertà ed esclusione sociale della Delegazione regionale Caritas, presentato oggi a Cagliari in vista dell’VIII Giornata Mondiale dei Poveri che si terrà il 17 novembre. I dati descrivono una realtà preoccupante, con una crescita continua delle famiglie sarde che vivono in condizioni di difficoltà.

Nel 2023, il numero di famiglie italiane in povertà assoluta ha raggiunto i 2.217.000 nuclei, pari all’8,4% delle famiglie residenti (10,2% nelle Isole). In Sardegna, la soglia di povertà assoluta per una famiglia tipo è stata di 1.475 euro al mese nei piccoli comuni e di 1.586 euro nelle aree metropolitane di Cagliari e Sassari. Questi valori riflettono un’incidenza di povertà relativa che pone la regione al settimo posto nazionale, con il 15,9% delle famiglie (118mila) che vivono in condizioni di disagio economico. 

Gli effetti economici della pandemia sembrano quasi superati, ma l’inflazione ha messo in difficoltà numerosi nuclei familiari sardi. Nonostante l’aumento dell’occupazione, i redditi delle famiglie sono stati erosi dai prezzi crescenti di beni alimentari e delle utenze domestiche, riducendo il potere d’acquisto. Nel 2023, la spesa mensile per consumi delle famiglie è aumentata solo dello 0,3% in termini nominali, ma in termini reali, tenendo conto dell’inflazione, si è registrato un calo di oltre cinque punti percentuali.

Nel 2023 la Sardegna ha visto un incremento occupazionale, soprattutto tra le donne, ma con salari contrattuali che crescono meno rispetto alla media nazionale. Questo limita la capacità dei lavoratori di affrontare l’aumento dei costi di vita. Come emerge dal Rapporto Caritas, la pressione inflazionistica pesa sulla spesa delle famiglie, mentre i segni positivi del mercato del lavoro non si traducono ancora in un miglioramento tangibile delle condizioni di vita.
 

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