Tutta Sant'Antioco si è fermata per salutare il piccolo Mirko, volato in cielo troppo presto, ad appena due anni e mezzo. Gremita la chiesa di Bonaria, con i parenti del piccolo soffocato giovedì scorso nella sua casa, gli amici del padre e della madre. In prima fila anche le Istituzioni, il sindaco Mario Corongiu con la fascia tricolore, la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo e il presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Salvatore Cherchi. La piazza è piena così come la chiesa in stile moderno, all'ingresso della cittadina lagunare.

Avrebbe voluto fare cinque minuti di silenzio, don Giulio, il parroco, invece ieri notte ha cambiato idea. "Mirko mi ha dettato una letterina questa notte - dice - e adesso, invece dei cinque minuti di silenzio preferisco leggervela, per portarvi il suo messaggio". Sono parole accorate, partecipate, a tratti struggenti e contengono un invito preciso: "pace tra le famiglie". "Adesso arriva la Pasqua che non è quella del cioccolato - dice ancora don Giulio - ma la Pasqua della pace. Le uova di cioccolato portatele ai bambini dei vicini di casa". Bambini che, aggiunge ancora, "dovrebbero avere il premio della bonta".

C'è silenzio e compostezza nella chiesa e commozione, per il piccolo che non c'è più e che, usando le parole di don Giulio "diventerà l'angelo della mamma e del paese. E di tutti i bambini di Sant'Antioco". E' commosso anche il sindaco quando, con la fascia tricolore, lancia dal pulpito un messaggio. "Ti chiediamo perdono Mirko". Il primo cittadino invoca una maggiore collaborazione tra istituzioni, chiesa e scuola per i giovani e i bambini. La messa finisce tra le lacrime.

Ad attendere la piccola bara ricoperta di gigli e altri fiori bianchi ci sono le mamme dei coetanei del piccolo Mirko. Come il feretro lascia la chiesa volano in cielo una ventina di palloncini bianchi. E c'è un applauso, spontaneo, tra le centinaia di persone che affollano piazza Aldo Moro che seguiranno poi a piedi sino al cimitero in una composta e silenziosa processione il corteo funebre.

Un'ora prima, invece, nella basilica di Sant'Antioco Martire, in piazza De Gasperi, si è svolto il funerale di Igor Garau, lo scultore trentenne suicidatosi la mattina stessa dopo aver aggredito a colpi di martello la compagna e madre di Mirko, Daniela Sulas, e maggior indiziato della morte del piccolo.

NUOVI DETTAGLI - A quattro giorni dalla tragedia trapelano intanto i macabri dettagli della vicenda. Le urla inumane, la porta bloccata dalla catenella. Dentro Igor che massacrava Daniela a martellate, fuori due testimoni costretti ad assistere impotenti a quello che stava accadendo nella casa dell'orrore. Non testimoni qualunque. Una è Piera Cossu, la madre di Igor, l'altro è Salvatore Garau, il fratello. Quella mattina maledetta, erano da poco trascorse le otto, hanno sentito le urla provenire dall'appartamento a piano terra dove vivevano Igor e Daniela, si sono precipitati in strada ma sono stati bloccati dalla porta dell'abitazione dei due giovani che non si apriva. Dentro continuavano le urla, fuori Piera Cossu implorava suo figlio: «Igor apri, Igor apri».
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