Le nuove Asl ancora «non operative», un confronto con il nuovo assessore Doria ancora «inspiegabilmente fermo», mentre tutti i problemi della sanità sarda, lungi dall’essere risolti, si aggravano.

Sindacati di nuovo sul piede di guerra, perché la Giunta ancora «non ha rispettato gli impegni presi» dopo la grande manifestazione dello scorso 22 ottobre.

«Non si sono fermati purtroppo i drammi e le molteplici negatività della sanità sarda, peggiorate in tutti i territori e settori, sia rispetto al tema delle emergenze che su quello della nuova programmazione», si legge in un comunicato della Cisl che minaccia di far ripartire subito la mobilitazione se la Regione non avvia quel confronto promesso dopo la manifestazione dello scorso ottobre.

Le nuove Asl «sono ben lontane dall’essere davvero operative ed efficienti», mentre il rafforzamento degli organici «non è ancora adeguato» e sono ancora ben presenti «le carenze nel settore medico in varie funzioni».

Insomma, «non servono iniziative estemporanee e inconcludenti, o annunci spot, c’è bisogno di risposte concrete», lamenta il sindacato.

Rispetto a tutti i problemi che portarono alla grande manifestazione di ottobre, il quadro è persino «peggiorato».

«Ogni giorno assistiamo a un nuovo dramma nel sistema di cure prevenzione e specialistica, con l’aggravante di situazioni paradossali e mal gestite che hanno portato la sanità sarda alla ribalta nazionale in termini negativi».

Per di più, conclude la Cisl, manca quel confronto «che doveva partire subito dopo la manifestazione è ancora fermo». Se non si aprirà subito il «tavolo sulla sanità sarda» i sindacati sono pronti a scendere nuovamente in piazza.

(Unioneonline/L)

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