Saccargia come Pratobello: «È solo l’inizio, fermeremo gli speculatori»
Si moltiplicano le associazioni schierate contro l’assalto di turbine e pannelli fotovoltaiciPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da Pratobello a Saccargia. Il grande raduno contro l'assalto degli speculatori rievoca la rivolta popolare del 1969. Intanto i comitati organizzatori rilanciano: «Questo è solo l'inizio della mobilitazione, continueremo a farci sentire. Non consentiremo che l'Isola sia assediata da torri eoliche e pannelli fotovoltaici».
Non c'è uno spicchio di Sardegna che non sia sotto assedio: sono oltre 800 le pratiche legate a parchi eolici, pannelli fotovoltaici e turbine off shore per le quali è stata depositata una «richiesta di connessione», cioè un permesso di collegarsi al sistema energetico nazionale per ottenere incentivi e rimborsi. Progetti che, se realizzati, sarebbero in grado di produrre 58 gigawatt di elettricità: «Si tratta di una quantità senza logica, che non saremmo neanche in grado di esportare, neppure con il Tyrrhenian Link», dice Davide Meloni, del comitato per la difesa del territorio di Uta.
I signori delle rinnovabili vorrebbero estirpare un uliveto piantato trent'anni fa, in grado di produrre – lo dice la relazione di un agronomo, incaricato dal comitato di studiare il caso – olive per oltre duecentomila euro all'anno. «Il nostro paesaggio è già cambiato», continua Meloni, «Uta è sotto assedio dal 2015 e in questi anni abbiamo sopportato in silenzio. Anche la politica si deve mettere in testa che la terra è dei sardi e va difesa».
Già, i politici. Pochi rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato al grande raduno di Saccargia, fatta eccezione per qualche sindaco o consigliere comunale dei territori maggiormente interessati dall'assalto.
«Non abbiamo l'appoggio di nessun partito», evidenzia Luigi Pisci, responsabile dei comitati contro l'eolico, «e nonostante tutto siamo riusciti a dar vita a un momento di partecipazione popolare che ha pochi precedenti nell'Isola».
Nei prossimi mesi arriverà, quasi certamente, il bis: «Magari a settembre, in un altro luogo simbolico della Sardegna. Siamo solo all'inizio della mobilitazione, stiamo riuscendo a far capire i rischi che corre la nostra Isola. Andremo avanti: non ci faremo scippare la transizione energetica».
Michele Ruffi
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